In Italia è tempo di referendum e dopo quelli sulla giustizia i radicali rilanciano quello che raccoglie le firme per l’eutanasia legale che ha raggiunto ben 250mila firme.
Il maggiore sostenitore di questa consultazione, Sergio Cappato, si dichiara soddisfatto: “Straordinaria partecipazione giovanile. La campagna referendaria sta riscuotendo un successo di partecipazione democratica senza precedenti. Le persone conoscono l’importanza del tema della malattia terminale, della sofferenza e della libertà di scelta per averlo vissuto direttamente in famiglia”.
Si è giunti quindi al numero di 250 mila firme raccolte dal Comitato promotore del referendum di un campagna partita il 17 giugno. Esattamente la metà di quanto si intende raggiungere per settembre. Sono, infatti 500.000 le sottoscrizioni necessarie per indire il referendum.
Le regioni che si sono maggiormente distinte per la raccolta di firme raccolte ai tavoli ogni 10.000 abitanti sono Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Umbria, Trentino Alto Adige, Sardegna, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Marche.
Poi Cuneo risulta il comune con più di 50.000 abitanti che ha registrato più firme raccolte ai tavoli in rapporto alla popolazione, con 31 firme ogni 1000 abitanti, seguita da Cagliari (29), Trieste (26), Treviso (25), Trento (24), Pavia (23), Udine (20), Bologna (19), Como (18) e Padova (18).
I promotori del referendum segnalano questo dato estremamente positivo raggiunto grazie all’impegno ottenuto di oltre 10mila persone volontarie e di quasi 2000 tra autenticatrici e autenticatori, in modo trasversale e al di fuori di qualsiasi barriera di schieramento politico o appartenenza religiosa.
“Che si tratti di gazebo, conferenze stampa e comizi improvvisati, dibattiti o altri punti di raccolta, la scena è sempre la stessa: entusiasmo, voglia di firmare e di partecipare al raggiungimento dell’obiettivo” ha detto Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
“Un’atmosfera che non vedevo da molti anni – ha continuato Cappato – con una straordinaria partecipazione giovanile, mentre il dibattito in Parlamento è affossato, nel silenzio assoluto dei vertici nazionali dei principali partiti e dei salotti televisivi, la campagna referendaria sta riscuotendo un successo di partecipazione democratica senza precedenti”.
“Le persone, infatti, conoscono l’importanza del tema della malattia terminale, della sofferenza e della libertà di scelta per averlo vissuto direttamente in famiglia”.
“La raccolta firme – conclude Cappato – non va in vacanza: nelle prossime settimane dovremo fare la differenza raccogliendo anche nelle località di vacanza. Il Comitato ringrazia chi ha consentito questo primo risultato e ricorda la possibilità di firmare anche nelle segreterie comunali”.