Sono molteplici le richieste internazionali che chiedono a gran voce: il “cessate il fuoco” e di non ripetere le violazioni del diritto internazionale commesse in passato da Hamas e Israele, già causa di uccisioni e ferimenti di civili e della distruzione di abitazioni e infrastrutture.
In quattro giorni i gruppi armati palestinesi hanno lanciato oltre 2000 razzi contro aree abitate nel centro di Israele, uccidendo e ferendo civili. Gli attacchi aerei israeliani hanno danneggiato e distrutto diversi palazzi che ospitavano decine di famiglie palestinesi. Questi attacchi mirati costituiscono una forma di spedizione punitiva nei confronti della popolazione palestinese. I morti sono a decine a Gaza – compresi diversi bambini da ambo le parti.
“Temiamo un ulteriore bagno di sangue nei prossimi giorni. Ricordiamo a entrambe le parti che hanno l’obbligo di proteggere i civili e che c’è un’indagine in corso presso il Tribunale penale internazionale: non pensino di poter continuare a commettere crimini di guerra riuscendo a restare impuniti come in passato”, ha dichiarato Saleh Higazi, vicedirettore di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord.
“Il ricordo va al 2008, al 2012 e al 2014 e alle massicce morti e distruzioni nella Striscia di Gaza, che dal 2007 è sottoposta a un blocco illegale che costituisce punizione collettiva”, ha aggiunto Higazi.
Si chiede alla comunità internazionale e in particolare agli stati membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di denunciare le violazioni del diritto umanitario in corso e di pretendere da entrambe le parti la protezione dei civili. Gli Stati Uniti d’America devono uscire dall’attuale stallo e consentire al Consiglio di sicurezza di fare una dichiarazione in questo senso.
“Chiediamo al Consiglio di sicurezza di condannare quanto sta accadendo e imporre un embargo totale sulle forniture di armi dirette a Israele, Hamas e altri gruppi armati palestinesi”, ha sottolineato Higazi.
“La comunità internazionale deve premere su Israele perché affronti le cause di fondo dell’ultimo scoppio di violenza. Queste comprendono la perdurante impunità per i crimini di guerra, la continua espansione degli insediamenti illegali, il blocco di Gaza e lo sgombero forzato di palestinesi con la conseguente perdita dei loro possedimenti, come nel caso di Sheikh Jarrah”, ha concluso Higazi.