Serviva una grande caduta per mettere in moto i vertici dei cinquestelle. Dopo l’appuntamento di ieri, dove l’anima grillina pareva visibilmente spaccata, con Di Battista, da una parte, che muove per una rottura ribadendo il concetto che “Ogni ora che passa, più ragioni per il no a Draghi” e Di Maio che, dal canto suo, tenta in maniera goffa di mettere una toppa aprendo ad un confronto di forme e contenuti molto lontani dall’essere risolti dall’ex “Chef” della BCE.
Ma la svolta arriva in tarda serata, quando Mario Draghi decide che è arrivato il momento di parlare con il boss, non eletto, Beppe Grillo. Svolta determinante per stabilire un punto di incontro. Poiché la telefonata sarebbe arrivata proprio durante l’assemblea del M5s, quando ancora l’orientamento prevalente del movimento era quello del rifiuto.
La telefonata durata più di un’ora, secondo fonti, si sarebbe svolta in toni estremamente cordiali. A favorire il contatto sarebbe stato il presidente della Camera, Roberto Fico, che nelle ore precedenti aveva incontrato il presidente incaricato Draghi.
Oggi, insieme a Grillo, è sbarcato l’altro leader “non eletto” Davide Casaleggio, favorevole ad un confronto sulla sua amata piattaforma “oligarchica” che tutto decide e tutto sentenzia. Confronto che andrebbe contro ogni principio di democrazia.
Intanto Zingaretti, dopo aver incassato la fiducia della direzione, punta ad una maggioranza di larghe intese e insiste sui contenuti del programma di governo: “Draghi dovrà produrre una sintesi su contenuti e programma, e dovrà definire il perimetro della maggioranza. Noi diremo la nostra. La pandemia va fermata, ma servono scelte chiare: lotta alle disuguaglianze, fisco progressivo, più semplice, politiche per il lavoro, politiche di genere. E poi il tema della giustizia. Pensare a un programma per la riscossa dell’Italia” ha detto il segretario dem, ospite di Radio Anch’io su Rai RadioUno, “il perimetro tocca a Draghi, noi offriremo i contenuti. Una riforma fiscale che punti alla progressività, le politiche attive del lavoro. Noi non arretreremo di un millimetro su europeismo, progressività, giustizia, parità di genere, investimenti”.
Tutti temi con cui difficile lavorare con la Lega… “Perché la Lega non ha votato la Von der Leyen? Quello è un modello che può definire un perimetro, ma ovviamente è una mia idea. Noi lavoreremo e ci schiereremo a sostegno di un programma di governo basato su quei principi, e non a caso il presidente Mattarella ha indicato una persona adeguata a proporre questi temi. Abbiamo grande fiducia in Draghi, ci ascolterà, io dico che è stata una grande vittoria aver isolato in Italia il nazionalismo e il sovranismo antieuropeo”.