Trovare una linearità nel pensiero politico di Giorgia Meloni è un’impresa paragonabile alla ricerca del Sacro Graal. Le partenze in quarta e le marce indietro furtive sono all’ordine del giorno ed evidenziano una politica fortemente superficiale e poco lucida.
E così, dopo averne dette di tutti i colori sui vaccini e aver fatto una guerra incessante all’obbligo vaccinale, oggi Meloni, vedendo che i vaccini funzionano, ha cambiato drasticamente pensiero sulla vaccinazione e la sua utilità, proprio come l’ex ‘No vax’ Lorenzo Damiano.
“Io sono vaccinata – dice Meloni – mia figlia ha fatto tutti i vaccini che erano obbligatori per legge, ho grande rispetto per la comunità scientifica, ma come presidente dell’unico partito di opposizione il mio lavoro è fare domande, verificare che si facciano bene le cose, fare la spina del fianco di tutto quello che non funziona”.
Trovare il pelo nell’uovo è il compito della Meloni, e montare polemiche sul nulla o con soluzioni poco pratiche è una caratterizzazione assoluta della sua politica. “Per me avere fatto delle domande sulla campagna di vaccinazione sono diventata no vax. Per il fatto che Fratelli d’Italia faccia delle domande è un partito no vax, gli unici no vax vaccinati nel mondo siamo noi” si lamenta Meloni.
Fare campagna contro un’ipotetica dittatura sanitaria, contro le mascherine e contro l’obbligo vaccinale, facendoli passare come strumenti di controllo e non come mezzi di prevenzione, ad un male che ha ucciso più di 5 milioni di persone in tutto il mondo, rappresentano le uniche gravi colpe di Giorgia Meloni.
Anche noi ci siamo chiesti più volte se la libertà di fare Business fosse più importante delle libertà personali dei molti, visto che da una parte si è chiesto ai tanti cittadini di fare sacrifici, mentre case farmaceutiche, aziende di mascherine, aziende di tamponi, ospedali e farmacie facevano fortuna grazie al virus.
Farsi domande sul business o sulla computazione rischio beneficio è più che giusto, ma ribadire il concetto che (mascherine, tamponi e vaccini) fossero strumenti inutili per la guerra al virus, rappresentano la vera bestialità della narrativa meloniana.
Domande sui vaccini Meloni né ha fatte, principalmente sull’utilità: “Alcune fasi di sperimentazione finiranno nel 2023, bisogna valutare il rapporto rischio benefici, e su questo nessuno è in grado di dare certezze”, diceva Giorgia Meloni qualche giorno fa.
“Io non ho dubbi su come Fratelli d’Italia ha fatto il suo lavoro in questo periodo, sulla serietà che Fratelli d’Italia ha messo in campo noi abbiamo detto cose estremamente serie. Credo che in base al sondaggio di questa mattina il grosso di quelli che non sono vaccinati si indirizzano nell’astensione”, dice oggi la leader di estrema destra.
Ma mentre ieri, la Meloni diceva: “Non sono favorevole all’obbligo vaccinale, in particolare dei vaccini anti-covid, e non sono no vax. I vaccini anti-covid hanno un’autorizzazione condizionata, perché mancano alcune fasi della progettazione”.
Oggi la presidente di FdI, convertitasi per convenienza, chiede: “Perché il Governo non si assume la responsabilità della scelta che fa e tranquillizza la gente? Se tu obblighi la gente e poi gli dici che non ti assumi la responsabilità dell’obbligo c’è un problema di credibilità in quello che si sta facendo”, e poi dice che “estremizzare le posizioni non ha aiutato la campagna vaccinale. Una scelta – ha ipotizzato Meloni – forse fatta per distrarre da quello che non veniva fatto. Ma gli italiani si sono dimostrati tra i migliori in Europa”.
E così, in maniera abbastanza sfacciata, Giorgia Meloni ritorna sui suoi passi, e, da paladina delle libertà di facciata, si trasforma in una pro vax quasi ‘provetta’ che ipotizza addirittura l’obbligo.
Insomma, la Meloni raffigura fortemente una politica vacua e poco lineare che cambia idea, dal tramonto all’alba, in maniera opportunistica, creando sempre più caos e confusione nei cittadini.
Questa tattica, atta a confondere le acque, è un’ideale che accomuna più o meno tutta la classe dirigente e Giorgia Meloni in questo è un fenomeno alla Lionel Messi, la sua strategia penosa di apparire vincente, facendoci credere di essere sempre stata con la scienza, dopo aver fatto un autogol clamoroso sui vaccini, è l’ultimo gioiello della politica distorta di Giorgia Meloni.
Lei che, come Salvini, credeva fortemente al fatto che il virus fosse uscito da qualche laboratorio cinese per qualche guerra batteriologica. Scatenando ancora più panico e paure nei cittadini.
Ma, sebbene il suo racconto alle volte possa sembrare convincente, questa Giorgia Meloni versione pro vax appare molto poco credibile.
Pensare di raggirare e offendere l’intelligenza del cittadino in questa maniera è davvero un colpo basso, Mrs. Giorgia. Diciamo che: Ce stai a provà, ma “Ccà nisciun è fess”.