Non è giusto che a guadagnare siano sempre i soliti pochi sulle spalle dei molti! Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo all’assemblea pubblica di Elettricità Futura sull’indipendenza energetica dice che è necessario mettere un tetto europeo al prezzo del gas e di potenziare le rinnovabili per riuscire ad arginare i costi folli di questo periodo.
“Qui le aziende chiudono e le famiglie sono in difficoltà non perché manchi realmente il gas – evidenzia Cingolani – ma perché qualcuno dietro a una tastiera ha deciso di alzare il prezzo, di dover farlo pagare di più. Bisogna porre un limite, noi abbiamo proposto un price cap”.
Il governo italiano dovrebbe “spingere sulle rinnovabili – afferma Cingolani – e sulla convivenza col gas in questa fase, disaccoppiare la borsa termoelettrica da quella sulle rinnovabili (è infatti uno scempio che io produco con idroelettricità o solare e pago come se avessi prodotto a gas), e serve imporre un price cap europeo per tagliare i picchi dei costi”.
Sul price cap “la discussione è stata complessa. Se ne sta parlando in Commissione europea. Credo che molti paesi comincino a guardarlo con grande attenzione. Se pensate che ieri il gas era a 130 euro il megawattora, e l’elettricità dovete moltiplicarla per due volte e mezza questo prezzo, la bolletta diventa insostenibile, sia per i cittadini europei che per le imprese. Io conto che verrà fatto qualcosa. È in discussione, ci si sta lavorando ora”, dice il ministro.
“In questo momento la sfida principale sono gli stoccaggi: dobbiamo arrivare a fine anno con gli stoccaggi di gas al 90%. Il gas è così costoso – ha aggiunto – che gli operatori non riescono a metterci i soldi, quindi si ha bisogno di linee di credito”.
“Mentre facciamo questa operazione di stoccaggio” è necessario “ridurre il bisogno di gas”. “Abbiamo il dovere di andare molto veloci”, ha affermato il ministro di Draghi.
Cingolani inoltre ha detto che “sta per uscire il decreto ministeriale Fer 2, la norma che riguarda le rinnovabili innovative e che prende l’impegno di potenziare cose che oggi sono ancora in stato embrionale – geotermico, solare a concentrazione, synthetic fuel, biogas, offshore nuova generazione – per avere un menù di rinnovabili che sia il più ampio possibile, tutto quello che abbatte la produzione di CO2 in fase primaria di produzione di energia va incentivato”.
“Con il Pnrr potenzieremo la produzione di celle solari, parte l’iniziativa per la fabbrica di idrolizzatori, è partita quella per la supply chain di batterie per l’automotive. Questo è il momento di fare grandi investimenti in ricerca e sviluppo: mi piacciano le batterie ma spero il prima possibile di andare al di là del litio perché il futuro con il litio non è molto diverso dal futuro con il gas fornito della Russia”.
Poi, conclude Cingolani, “nel Pnrr ci sono una ventina di bacini di raccolta idrica che nascono come idea perché un quarto delle precipitazioni annuali sarebbero sufficienti all’irrigazione dell’agricoltura, argomento fondamentale in questi giorni. Alcuni di questi bacini potrebbero essere messi anche in pompaggio e funzionare da accumulatori. Di questi tempi, siccome non ci facciamo mancare nulla, la politica dell’acqua non è scorrelata completamente dalla politica energetica. Stanno chiudendo centrali idroelettriche perché non c’è flusso, non riusciamo a raffreddare quelle termoelettriche e rischiamo di abbassare la produzione”.