Home Attualità L’UE vuole garantire media indipendenti e regole più severe

L’UE vuole garantire media indipendenti e regole più severe

by Freelance

Di Ginevra Lestingi

I gruppi mediatici che cercano di rilevare e fondersi con i rivali più piccoli e indipendenti spesso finiscono per eliminare quel pluralismo che garantisce ai media un’indipendenza dai poteri forti.

Il Media Freedom Act (MFA) fa parte della strategia dell’Unione europea per prevenire l’interferenza politica nei media e lo spionaggio dei giornalisti e garantire pubblicità statale trasparente e non discriminatoria.

Le regole proposte arrivano tra le preoccupazioni per la libertà dei media in Ungheria, Polonia e Slovenia.

“La democrazia funzionerà solo se i giornalisti hanno i mezzi e la protezione necessaria per tenere sotto controllo coloro che sono al potere”, ha detto la vicepresidente della Commissione Vera Jourova in una conferenza stampa.

Le regole si applicheranno alle emittenti televisive e radiofoniche, ai servizi di media audiovisivi a richiesta, alle pubblicazioni sulla stampa e alle piattaforme online di grandi dimensioni e ai fornitori di piattaforme per la condivisione di video.

Le norme che stabiliscono la salvaguardia contro l’uso di spyware contro i media, i giornalisti e le loro famiglie possono essere discusse con i loro paesi legislatori e con i loro legislatori.

L’Association of Commercial Television and Video on Demand Services in Europe (ACT), i cui membri includono Sky, Canal+, ITV, NBCUniversal e Virgin Media Television, ha esortato alla cautela nel porre ulteriori ostacoli alle fusioni dei media .

“C’è anche il rischio di avere un impatto sui quadri esistenti, impedendo così un rafforzamento per competere meglio con i giganti della tecnologia”, ha affermato.

Il gruppo di lobbying tecnologico CCIA Europe, i cui membri includono Google, Meta e Twitter, ha criticato una disposizione che obbliga le piattaforme online ad accettare sulle loro piattaforme qualsiasi organizzazione che si dichiari un media.

“Ciò equivale a un obbligo di contenuto per le piattaforme online, che attori possono utilizzare per divulgare contenuti illegali, estremisti o propaganda illegali, nonché disinformazione, come la russa, con la scusa di condividere notizie”, ha affermato. Ma per quello esistono i tribunali e, di certo, non devono essere i social a giudicare o a imporre schemi su tempi e contenuti applicando censure alle notizie.

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