(Grazie a Claudio Caprara per la foto di Leo ragazzino appena sbarcato a Barcellona)
Lionél Andrés Messi Cuccittini è di origini italiane: il trisavolo paterno Angelo Messi è migrato da Recanati nel 1883, e il trisavolo materno Raniero Coccettini è migrato da San Severino Marche (Wikipedia).
E’ in assoluto il più grande marcatore di tutti i tempi, é un calciatore che difficilmente divide le opinioni perché ha una grande personalità sul terreno di gioco ma altrettanto una grande riservatezza e sobrietà nella vita privata.
Molti soldi ma nessun eccesso. A Barcellona mi raccontavano della sua vita al limite della monotonia trascinandosi fra la sua casa di Casteldefells (non una magione) e il campo di allenamento; una tribù famigliare lo ha seguito sin dalla giovane età quando sbarcò nella Città Catalana per iniziare questa carriera formidabile.
La tribú che per eccesso gli ha fatto voltare alle spalle al Club che lo che cresciuto e portato in auge entrato in un cono d’ombra finanziario.
Il trasferimento a Parigi non ha reso felice la moglie, ha indispettito i tifosi blaugrana ma gli ha consentito di vivere una stagione mondiale all’altezza a trentasei anni suonati e di trascinare la sua nazione d’origine nuovamente nell’Olimpo Calcistico.
Ho avuto il privilegio di vedere giocare Messi nel suo Stadio d’elezione, il Camp Nou, in due fasi diverse: quella dell’affermazione di un talento straordinario (segnò quattro goal all’Arsenal in un quarto di Coppa) ed anche nella fase della decadenza della stirpe d’oro della cantera del Barcellona sazia delle proprie vittorie.
Messi su cui si sprecano eccessivi aggettivi superlativi traduce con semplicità la complessità del gioco del pallone e riesce a fare quello che umanamente é complicato fare per un giocatore normale perché tira, colpisce di testa, dribbla, contrasta, inventa per gli altri ed appare come un punto di riferimento solido per i suoi compagni di squadra.
Non è sbagliato spendere parole retoriche per un talento di tale fatta. Ogni stagione del Calcio ha avuto i suoi miti ed eroi; soprattutto partoriti in sudamerica.
Resta per noi italiani tuttavia il piccolo orgoglio di pensare e credere che senza l’epopea della immigrazione il giovane Messi avrebbe potuto vestire la nostra maglia.
É un eroe globale e non appartiene a nessuno, é tuttavia ritengo, denari o non denari, che sia stato uno sportivo che ha trasmesso valori positivi. E questo é un fatto che dovrebbe essere apprezzato.