Roma: Candidati sindaci si danno battaglia ma il confronto finisce in ‘caciara’

I 4 candidati per la corsa al Campidoglio si sono dati appuntamento alla Casa dell’Architettura di Roma per affrontare il primo confronto pubblico.

I “fantastici 4”, composti dalla sindaca Virginia Raggi, Carlo Calenda, Enrico Michetti e Roberto Gualtieri, si sono confrontati sulle proprie idee, poche, e ognuno di loro ha proposto la sua idea di rilancio per dare lustro alla Capitale d’Italia.

Come ci si poteva aspettare, il dibattito ha servito frecciatine, fango e una buona dose di arroganza da parte di tutti i candidati. Nessuno escluso.

La competizione, nata come un confronto di idee, è stata incentrata più che altro sullo screditare e denigrare, magari offendendo, l’avversario politico. Nota che evidenzia lo scarso bagaglio di contenuti dei quattro candidati. Prima dell’ultimo giro di domande, Enrico Michetti ha lasciato il confronto, irritato per quella che ha definito “una rissa”.

La “Royal Rumble” è iniziata con la sindaca uscente Virginia Raggi che ha detto: “La trasformazione di Roma credo sia già in atto e, con me, continuerà ad andare avanti. Io credo che Roma sia paragonabile ad una Ferrari: quando sono arrivata era ferma ed io ho iniziato a farla ripartire, a farla correre, l’ho rimessa in pista. Abbiamo nel nostro futuro almeno 3 appuntamenti importanti: i fondi del Recovery; Giubileo 2025; Expo 2030”, dice la Raggi.

“Parlare di futuro per Roma? nel mio caso questo ha radici lontane – sottolinea la Raggi – costruite in 5 anni di amministrazione. Faccio qualche esempio. Abbiamo messo apposto i conti. Abbiamo iniziato a pagare le imprese a 11 giorni. Abbiamo fatto ripartire delle gare pubbliche. Questo vuol dire: imprese e occasioni di sviluppo per la Capitale. Vuol dire che Roma torna ad essere considerata affidabile. Insomma, una città che progetta il futuro lavorando anche nel presente”, della serie ‘me la canto e me la suono’.

A rispondere alla Raggi ci pensa Carlo Calenda: “Se Roma è una Ferrari è un 348, dove non entravano le marce…Non c’è un chilometro di metro progettata, una raccolta differenziata disastrosa. Roma è peggiorata in tutti settori di base, la cultura è difficilmente fruibile. Noi con 500 persone abbiamo scritto dei programmi dettagliati, delle linee di sviluppo della città. Se vai sui giornali internazionali per l’immondizia puoi avere una visione di Roma ma declinata come una storia per bambini”. ‘E ho detto tutto’, direbbe Peppino De Filippi.

Il terzo intervento è stato quello dell’ex ministro Gualtieri che ha detto: “La digitalizzazione è ferma, la situazione è disastrosa. I soldi non sono stati spesi per imperizia. Quando ero ministro abbiamo fatto due bandi per il trasporto pubblico di massa, a Roma c’erano solo le funivie! Fa uscire il fumo dalle orecchie. Ora con il Recovery c’è l’ultima opportunità della nostra città per ripartire. Rimboccarsi le maniche con grande concretezza. La nostra idea è una città poliedrica con servizi di prossimità, luoghi di incontro, cultura e lavoro. Sono in arrivo complessivamente alcuni miliardi di risorse, serve attingere alla collaborazione delle forze migliori della città. Bisogna rilanciare i bandi di architettura. Lanceremo 100 progetti da mettere a bando per la rigenerazione e il rinnovamento degli spazi comuni della città. Noi chiediamo a tutti di partecipare all’ultimo treno per rilancio città”. E’ questa la conclusione di Gualtieri che, oggi, si millanta come l’eroe pronto a salvare il destino di Roma dimenticandosi scaltramente che, qualche mese fa, non è riuscito a far quadrare i conti delle risorse economiche durante la pandemia.

L’intervento di Michetti è l’ultimo, ma non per bellezza. “Tutto a Roma, nell’antichità, era costruita intorno al cittadino. La Roma di Augusto e di Cesare guardava al dialogo. Noi abbiamo bisogno di questo dialogo -dice Micchetti – abbiamo bisogno della Roma della Pax augustea. Una Roma della collaborazione perché al centro non ci sono le nostre carriere ma il destino del cittadino di Roma. Il sindaco deve stare tra la gente e uscire dalla stanza dei bottoni. Avvalersi di una squadra di altissimo profilo e avere capacità di governare il processo e interpretare il Territorio, tra la gente e con la gente. Il Digitale può accelerare ma la norma lì rimane”, una conclusione al quale “il mitico” Spippa spinelli, personaggio celebre dei Simpson, risponderebbe dicendo che “qui qualcuno vive ancora nel passato. Sincronizzati fratello! Sincronizzati”.

Insomma un dibattito privo di contenuti ma stracolmo di ‘popò’, la campagna elettorale atta a diffamare l’avversario è appena cominciata. Che fine ha fatto la politica delle idee basata sul rispetto reciproco? Almeno per oggi non è pervenuta. Si spera si cambi la prossima volta, Roma ha bisogno di idee e rispetto, e i candidati sindaci in questo devono dare l’esempio.

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