L’Occidente moralista continua a calpestare i diritti di Julian Assange

Proprio nel momento in cui condanniamo pesantemente la soppressione dei diritti che sta avvenendo questi giorni in Russia, diritti dei quali a noi italiani non ce ne può fregar de meno, ecco che rispunta una persecuzione estenuante di un personaggio che, stimato oppure no, viene torturato da anni per aver svelato notizie che in un mondo libero e democratico “non si possono rivelare”.

Ed è qui che si chiede, dall’alto della nostra integrità morale, all’occidente casto, puro e pio: “Dove sono finite le libertà e i diritti per quanto riguarda il caso di Julian Assange?”

Il giornalista non è stato ammazzato con il Polonio o con un colpo in fronte ma, sicuramente, non è toccata sorte migliore di una morte istantanea.

Dal 2010 ad oggi, Assange, sta attraversando una lunga agonia ingiustificata che renderebbe la morte quasi una liberazione.

Dove sono le libertà dell’occidente quando si preclude il diritto d’espressione di un giornalista?

Assange ha svelato al mondo i crimini di guerra, non di Putin ma degli Usa, pagando a caro prezzo con la libertà, e presto con la sua vita, questa sua denuncia.

A nessuno importa di questa ingiustizia!

Anzi, se morisse tanto meglio per i colletti bianchi di Washington. Soprattutto se questo evidenzia quanto sia ipocrita la morale sulle libertà nei confronti della Russia redatta in questi giorni.

Ma si sa, distrarsi con i problemi degli altri non ci permette di fare un’autopsia ben accurata dei nostri scheletri negli armadi.

Perché gli altri hanno l’obbligo di migliorare e noi, invece, no!

E’ questo il pensiero vanitoso e superficiale che ristagna in occidente.

Ed è così che ci ritroviamo a sopportare ingiustizie come quella del povero Assange, che ora rischia 175 anni di carcere per aver denunciato i crimini di guerra dell’Occidente.

Ma hey! Siamo stati plagiati così. Che ci vuoi fare!

Impazziamo di gioia nel vedere figure eroiche come Marina Ovsyanniko, che sfida un regime lontano evidenziando i suoi enormi difetti, e quando invece persone altrettanto coraggiose, come il fondatore di Wikileaks, denunciano un elicottero Usa Apache che ha sparato su civili inermi a Baghdad lo condanniamo alla reclusione eterna.

Grandi ipocriti!

Per quanto si possa non condividere il modus operandi di Assange, con il suo reportage, ha posto l’occidente e gli Usa in una posizione scomoda fornendo un servizio pubblico e raccontando una storia diversa da quella elaborata dalla stessa Cia che, da anni, controlla tutta la narrazione dell’Occidente.

Gli Stati Uniti che ora condannano Putin per aver arrestato la giornalista non sono tanto migliori quando accusano Assange di aver violato una legge controversa come l’Espionage Act; legge pensata nel 1917 utilizzata per punire i traditori che durante la Prima guerra mondiale passavano informazioni al nemico.

Ma dov’è il nemico in questo caso?

Davvero i governi pensano che un’opinione pubblica informata possa rappresentare un pericolo?!?

Se fosse così, allora, in cosa saremmo diversi da un regime?

I cittadini, nonostante il pensiero traviato e distorto della Casa Bianca, hanno il sacrosanto diritto di sapere per cosa vengono utilizzati i soldi delle tasse per muovere guerre in giro per il mondo.

Il fatto che non si sappia nulla delle missioni che vengono eseguite dagli eserciti occidentali è già di per sé un grosso handicap delle nostre società, ma che si condanni addirittura chi tenta di denunciare comportamenti sbagliati è paradossale per un mondo che si atteggia come “libero e democratico”.

Utilizzare i cosiddetti “segreti di Stato”, è una scusa come un’altra per tenere i cittadini all’oscuro di tutto. Basta menzogne.

Ma Assange, purtroppo, non è l’unica vittima di questo accanimento occidentale nei confronti della libera informazione.

Anche a Chelsea Manning, la fonte giornalistica, è toccata la stessa sorte, dopo che ha passato tutti i documenti a WikiLeaks.

Edward Snowden sta scontando una pena per la rivelazione dei programmi di sorveglianza di massa della Nsa.

John Kiriakou è stato condannato per aver rivelato alla stampa le torture della Cia e infine Thomas Drake, per aver parlato con giornalisti e membri del Congresso Usa degli abusi della Nsa.

Strano come l’occidente moralista perseguiti il denunciante e non chi commette i crimini di guerra, a differenza di come si comporta oggi.

Questo nuovo processo é una manna dal cielo e tende ad aprire gli occhi.

La nostra cultura, che proviene da valori cristiani, non dovrebbe essere istruita per giudicare la trave nell’occhio dell’altro, ma solo per dare il buon esempio.

E così dovremmo comportarci con i nostri fratelli, di qualsiasi nazione o etnia essi siano.

Liberate Assange e i suoi collaboratori, la loro unica colpa e averci dato la possibilità di guardarci allo specchio!

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