Inflazione e caro gas mettono a rischio 120 mila imprese e 370 mila posti di lavoro

L’impennata del gas non tende a fermarsi e il prezzo ha superato ancora una volta i 300 euro al megawattora, ieri. Solo in questa settimana il gas è salito del 25%.

Le mancate forniture, strategiche oppure no, da parte della Russia stanno mandando i mercati europei in tilt mentre i governi sono alle prese, con scarsi risultati, nel mettere appunto un’uscita di sicurezza per evitare la catastrofe socio economica che potrebbe abbattersi questo inverno con la chiusura definitiva dei gasdotti russi.

Anche il petrolio continua ad alzarsi. Il Brent del Mare del Nord ieri ha mantenuto il prezzo di 101 dollari al barile.

Ma la corsa dell’energia e l’inflazione all’8%, per quasi l’80% dovuta proprio all’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche, “mette a rischio da qui ai primi sei mesi del 2023 circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro”.

E’ questa la stima di Confcommercio-Imprese per l’Italia. La spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33miliardi, il triplo rispetto al 2021 (11 miliardi) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 miliardi). “Uno scenario che desta forte preoccupazione”, dice sempre Confcommercio.

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