Home Attualità Arresti in un comune della provincia di Cuneo per peculato e truffa

Arresti in un comune della provincia di Cuneo per peculato e truffa

by Rosario Sorace

Un’inchiesta ha portato all’arresto, Renato Maiolo, ex sindaco di Santo Stefano Roero (Cuneo), mentre ai domiciliari sono stati posti la compagna e altri due professionisti.

Gli inquirenti hanno scoperto un sistema di sprechi di denaro pubblico che per circa 15 anni è proseguita indisturbata. Proprio durante il periodo in cui era Sindaco Maiolo le malversazioni ai danni della spesa comunale erano diventate prassi, al punto che hanno causato un deficit finanziario di oltre 1,3 milioni al Comune con relativo commissariamento da settembre 2020.

Gli arrestati sono accusati di peculato, truffa aggravata ai danni dello Stato e turbativa d’asta. L’ex sindaco di Santo Stefano Roero (Cuneo) Renato Maiolo è finito in manette insieme al segretario comunale, che è anche la compagna di Maiolo. Insieme a loro, sono stati arrestati anche due professionisti, un architetto e un geometra.

Maiolo aveva tentato il gran balzo politico e si era anche candidato alle regionali 2019 nella lista dei “Moderati” in appoggio a Chiamparino. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore di Asti, Davide Lucignani, ed ha disvelato questo sistema di sprechi di denaro pubblico e condotte illecite.

Gli indagati, adesso, si trovano ai domiciliari e nei loro confronti è stato eseguito un sequestro preventivo di beni e valori per un ammontare complessivo di oltre 70mila euro. L’inchiesta portata avanti dalla Guardia di Finanza di Cuneo su incarico della Procura Regionale della Corte dei Conti ha evidenziato lo sperpero del denaro pubblico da parte dell’amministrazione comunale.

Pertanto, secondo quanto scoperto dagli gli investigatori, gli indagati avrebbero organizzato un sistema fraudolento basato sulla canalizzazione di ingenti contributi pubblici per la realizzazione di opere edilizie, talvolta inutili o inutilizzate. In questo senso appare emblematica la realizzazione di un’area camper che era senza strada per l’accesso e quindi si trattava di un opera del tutto inutile; oppure persino l’accensione di un mutuo per la realizzazione di un campo sportivo costruito su un altro già esistente, peraltro a oggi del tutto inutilizzato anche se il Comune avesse un dissesto accertato.

Nell’ambito dei progetti erano inserite anche spese ingiustificate e gonfiate, per ottenere profitti per sé e per i professionisti coinvolti. Nelle indagini è emerso che gli indagati avrebbero posto in essere e attivato procedure di gara a favore sempre degli stessi professionisti e avrebbero steso atti di rilevanza pubblica che risultano essere materialmente falsi, redatti esclusivamente per giustificare le spese a livello amministrativo.

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