Le guerre fanno impazzire i falchi occidentali. L’imperativo: “Armi, armi, armi”

Le guerre impazzano in Ucraina e Medio Oriente e i falchi “di guerra” dell’Unione europea, oltre a divertirsi a veder ammassati altri morti nelle regioni ucraine e palestinesi, hanno deciso, mossi dal loro “nobile spirito”, di mettere più carne al fuoco, ignorando ampiamente la crisi economica senza precedenti che si abbatterà sull’Europa.

Oggi, 5 marzo, la Commissione europea offrirà ai paesi dell’UE un piano per stimolare i loro complessi militari industriali in modo che il “Vecchio Continente” possa passare il prima possibile ad un “regime di economia militare” in risposta all’invasione russa dell’Ucraina.

Secondo Leyen, Biden e Austin la guerra contro la Russia è imminente e, nonostante i rapporti ai minimi stroici con Putin, si continua perennemente con la retorica aggressiva e bellicista solamente per aumentare le spese militari delle nazioni Nato. Una mossa discutibile, vista la guerra per procura che si sta consumando in Ucraina.

Per non stimolare un attacco random dello zar si consiglia a lorsignori di abbassare velocemente i toni e di usare meno arroganza e prepotenza contro i “brutti e cattivi”.

Thierry Breton, commissario europeo per l’industria, delineerà proposte per incoraggiare i paesi dell’UE ad acquistare più armi dalle aziende europee e aiutare tali aziende ad aumentare la capacità produttiva.

“Dobbiamo cambiare il paradigma e passare ad una modalità di economia militare. Ciò significa anche che l’industria europea della difesa deve assumersi maggiori rischi con il nostro sostegno”, ha affermato Breton.

Secondo Breton bisogna creare una versione europea del piano per la vendita di attrezzature militari statunitensi all’estero.

Un’altra proposta consentirebbe all’UE di imporre la sua autorità sulle aziende europee di armi a dare priorità agli ordini europei durante i periodi di crisi e di grave carenza di produzione.

Per diventare realtà, queste proposte necessitano dell’approvazione dei 27 governi nazionali dell’UE, che sono spesso riluttanti a cedere poteri in materia di difesa e questioni militari, nonché del Parlamento europeo.

Le proposte verranno valutate attentamente anche dalla NATO.

Si prevede un pacchetto che includa circa 1,5 miliardi di euro di nuovi fondi per l’acquisto di armi entro la fine del 2027.

Si prevede che il pacchetto creerà un quadro giuridico che consentirà un coordinamento molto più efficace della spesa nei prossimi anni.

Nel frattempo, però, “the wars must go on” ma non vi angosciate gente, i falchi europei hanno in mente tante altre guerre per i prossimi cent’anni. Bentornati nel medio evo.

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