La crisi di Governo rimanda il decreto Ristori

Mentre la crisi di Governo è ancora in alto mare, iniziano i soliti giochi di palazzo che indignano i cittadini che, oltre al danno, subiscono anche la beffa dello slittamento del famoso decreto ristori.

Le categorie più colpite dalle restrizioni anti contagio si sentono un cappio al collo e stanno via via scendendo in piazza. Ora l’esecutivo è in carica per gli affari correnti e valuta la possibilità comunque di varare lo stesso dei provvedimenti come se fosse nel pieno delle funzioni in modo da alleviare i disagi e le difficoltà di intere categorie.

Tuttavia sono appena iniziate le consultazioni che dovrebbero portare a un Conte ter e sono tutti a lavoro, almeno per il momento, su altre priorità. Gli organizzatori di matrimoni ed eventi e Federturismo che sono state sentite in audizione alla Camera avvertono che il tasso di mortalità delle pmi del settore rischia di raggiungere il 40% “con dell’80% per settori come le agenzie di viaggio e i tour operator”.

L’esecutivo rimasto in carica, tenta lo stesso di poter varare un provvedimento così “pesante”. Tenuto conto che sono stati messi a disposizione 32 miliardi di ulteriore scostamento di bilancio.

Dal punto di vista costituzionale non ci sono problemi poiché si tratta di un decreto legge che ha indubbiamente le caratteristiche della necessità e dell’urgenza poiché gli ultimi contributi a fondo perduto erogati dalle Entrate già peraltro pervenuti velocemente sono stati quelli per dicembre e, quindi, adesso si tratterebbe di coprire il mese di gennaio.

Intanto si dovrebbe arrivare ad una soluzione mediana e, quindi, la settimana prossima si pone in essere solo un ulteriore rinvio delle cartelle esattoriali che erano pronte (circa 50 milioni) a ripartire da lunedì. In tal senso si muovono molti parlamentari della commissione Finanze che oggi hanno chiesto di procedere subito prolungando di almeno un mese l’attuale sospensione, anche se sarà affidato il compito della prossima maggioranza definire una nuova Rottamazione e il saldo e stralcio tale da alleggerire il carico che si è accumulato.

Mentre per quanto riguarda le decisioni sui nuovi ristori verrebbero rinviate perché il quinto decreto dovrebbe contenere meccanismi di calcolo del tutto diversi dai precedenti. Pare che gli aiuti non sarebbero più calcolati in percentuale variabile rispetto al fatturato perso nell’aprile 2020 rispetto all’aprile 2019 bensì in base alle perdite dell’intero 2020, per cui saranno ergogati senza distinzione in base ai codici Ateco visto che questo sistema ha escluso molte categorie.

Il fatto di introdurre criteri nuovi è però una scelta politica. C’è anche l’urgente necessità di prolungare il blocco dei licenziamenti, che scade a fine marzo, e decidere se continuare a legarlo alla fruizione degli ammortizzatori. Il ministro Roberto Gualtieri ha confermato l’intenzione di “dare cig aggiuntiva e prorogare il blocco dei licenziamenti, una prima tranche per tutti e poi solo per i settori più in difficoltà”.

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