I sindaci manifestano solidarietà alla Sindaca di Crema, Stefania Bonaldi

Ci sono stati e ci sono eccessi di avvio con procedimenti penali nei confronti di sindaci e amministratori anche su fatti di scarsa rilevanza e di dubbia responsabilità. Tutto ciò scoraggia non poco i cittadini a candidarsi alla guida delle città anche piccole.

Ora sia apprende che la prima cittadina di Crema, Stefania Bonaldi, ha annunciato in consiglio comunale di avere ricevuto un avviso di garanzia e ha fatto un appello per sollecitare l’aumento delle “tutele giuridiche a favore dei sindaci”. II presidente dell’Anci su questo tema è intervenuto: “Se lo Stato non cambia le regole ci costituiremo parte civile”.

La Bonaldi ha avuto la solidarietà anche da Raggi, Nardella e Sala. Anche Salvini non ha perso l’occasione per affermare: “Inaccettabile indagare e perseguitare i sindaci, in tutta Italia, qualunque cosa accada”. Il fatto per cui la Sindaca è stata chiamata in causa risale a ottobre e riguarda un bambino che, durante la permanenza all’asilo comunale, si era ferito alla mano nel cardine di una porta tagliafuoco cosi da procurarsi lesioni da schiacciamento al terzo e al quarto dito della mano sinistra.

Si tratta di lesioni non permanenti e che, comunque, hanno comportato tre mesi di cure. E adesso a otto mesi da quei fatti a seguito di una denuncia e inchiesta la sindaca di Crema, in provincia di Cremona, Stefania Bonaldi, ha ricevuto un avviso di garanzia.

E’ chiamata a rispondere sul piano penale di questi fatti in concorso con altre persone e si contesta di aver omesso l’installazione di dispositivi idonei ad evitare la chiusura automatica. “Non vi nascondo che questo episodio –ha detto amareggiata la Bonaldi in consiglio comunale, – fin dal suo accadere è stato per me fonte di grande avvilimento, lenito solo dal felice esito sanitario; tuttavia oggi è anche tempo di porre l’attenzione su un sistema che, a livello nazionale, necessita di interventi e correttivi, invocati anche da autorevoli opinionisti e studiosi in modo trasversale, che aumentino le tutele giuridiche a favore dei sindaci”.

Tale invito appello, che ha raccolto il sostegno dei sindaci, a partire dal presidente dell’Anci e primo cittadino di Bari, Antonio Decaro, e di Matteo Salvini che reputa “inaccettabile indagare e perseguitare i sindaci, in tutta Italia, qualunque cosa accada” e fa presente che l’aumento di “stipendi e tutele per i primi cittadini è una priorità per la Lega, i #referendumgiustizia saranno un’opportunità per tutti”.

“Insieme a Stefania siamo tutti indagati, se lo Stato non cambia regole ci costituiremo parte civile. Non chiediamo l’immunità o l’impunità, come abbiamo già scritto nell’appello del 2 marzo scorso, in occasione della vicenda che colpì Chiara Appendino, chiediamo solo di liberare i sindaci da responsabilità non proprie. Così non è più possibile andare avanti”, dichiara sdegnato Decaro, che annuncia: “Sfileremo con le nostre 8 mila fasce, costituendoci ‘parte civica’, nell’aula di tribunale dove la sindaca di Crema dovrà, forse un giorno, presentarsi per difendersi da questa accusa. Saremo lì con lei, o con qualsiasi altro sindaco chiamato a difendersi da colpe che evidentemente non sono e non possono essere sue. Perché –afferma il presidente dell’Anci – non è la sindaca di Crema oggi ad essere stata indagata ma insieme a lei ci sentiamo tutti indagati. Primo o poi qualcuno dovrà rispondere quando l’Italia resterà un Paese senza sindaci”.

Anche il primo cittadino di Milano Beppe Sala manifesta la sua solidarietà con la prima cittadina di Crema e rafforza le prese di posizione dichiarando di essere “tra i sindaci che dicono che così non si può andare avanti. Mi pare – aggiunge – che ci sia un largo consenso su questo e mi aspetto che ci sia anche qualche azione decisa da parte dei sindaci”, ha concluso.

Virginia Raggi si dice convinta che serva “più chiarezza su nostre responsabilità per evitare blocco azione amministrativa. Noi sindaci sempre in prima linea”. Dario Nardella dice in modo quasi categorico e interrogativo: “Ora avete capito perché in Italia nessuno se la sente più di fare il sindaco?”.

La Bonaldi, comunque, non perde la fiducia nel suo ruolo anche se si dice molto addolorata per quel che è successo: “Servire la propria comunità è diventato troppo rischioso. Se un bimbo si schiaccia due dita presso l’asilo nido comunale, fortunatamente senza riportare danni permanenti, ed il sindaco riceve un avviso di garanzia, mi pare evidente che qualcosa nel sistema (non nel caso specifico, lo ribadisco e rinnovo la mia piena fiducia nella magistratura), funzioni in modo inadeguato”, ha proseguito.

“Del resto – ha continuato -, se oggi per trovare candidati disponibili è necessario un lunghissimo percorso di persuasione, è perché servire la propria comunità è diventato troppo rischioso” e “lo dimostrano situazioni dolorose come quella recentemente tornata alla ribalta con l’assoluzione in secondo grado di Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi perché il fatto non sussiste, nel frattempo la gogna mediatica aveva demolito prima l’uomo e poi l’amministratore”.

Bonaldi ha citato anche i casi dell’assoluzione per Virginia Raggi e della condanna per Chiara Appendino e “non è un caso che la medesima abbia dichiarato la sua indisponibilità ad un secondo mandato, circostanza che in un contesto normale sarebbe molto anomala, perché ciascun sindaco o sindaca ha voglia ed è orgoglioso di portare avanti quanto ha seminato”.

“Mi auguro che questa nostra vicenda, dai contorni meno gravi di quelli appena citati, e forse per questo forse ancora più paradossale, contribuisca ad accelerare una riflessione seria a livello nazionale”.

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