Zelensky parla di vittoria nel centesimo giorno di guerra ma l’Onu lo riprende

A Kiev, il presidente ucraino Zelensky mette in scena un altro teatrino che induce la popolazione ad avere coraggio e a credere ciecamente in lui e, celebrando il centesimo giorno di guerra come se fosse un ringraziamento qualsiasi, produce un video alquanto discutibile.

In questa televendita studiata a tavolino il leader, in tempo di guerra, è affiancato da alcuni dei suoi più stretti alleati – incluso il Primo Ministro ucraino – i cui titoli legge ad alta voce prima di dire che sono tutti qui.

“Anche le forze armate dell’Ucraina sono qui … il popolo della nostra nazione è qui. Difendiamo l’Ucraina già da 100 giorni. La vittoria sarà nostra. Gloria all’Ucraina! dal presidente Zelensky”, dice il leader ucraino.

Nel video Zelensky e il suo team si trovano davanti all’ufficio presidenziale ucraino, nel centro della capitale.

Il 25 febbraio, un giorno dopo che la Russia ha lanciato la sua invasione, il presidente ha pubblicato un video provocatorio simile dalla stessa identica posizione.

Zelensky, a febbraio, aveva appena rifiutato le offerte dell’Occidente di essere evacuato da Kiev, dicendo notoriamente “Ho bisogno di munizioni, non di un passaggio”.

Ora, 100 giorni dopo, l’Ucraina è stata devastata dalla guerra russa e i morti continuano a crescere in maniera esponenziale e, nonostante ciò, il presidente ucraino parla ancora di vittoria.

A ricordare a Zelensky che in questa guerra non ci saranno vincitori è proprio l’Onu.

Infatti se c’è un Paese che sicuramente uscirà sconfitto, per morti e città devastate, è proprio l’Ucraina guidata dal populista e nazionalista Zelensky. Non ci sono vincitori nel conflitto, afferma l’Onu, con combattimenti nel suo centesimo giorno.

“Questa guerra non ha e non avrà vincitori. Piuttosto, abbiamo assistito per 100 giorni a ciò che è perso: vite, case, lavoro e prospettive”, ha affermato Amin Awad, coordinatore della crisi delle Nazioni Unite per l’Ucraina.

“Abbiamo bisogno di pace. La guerra deve finire ora”.

In questa guerra non ci saranno vincitori e soprattutto non ci sarà vittoria per quei civili innocenti morti sotto i bombardamenti.

Nonostante si comprenda la voglia di incoraggiare i propri connazionali a resistere, la mancanza di rispetto nei confronti delle povere vittime morte nel conflitto è inammissibile e quasi fastidiosa.

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