Che il mondo abbia bisogno di cuori grandi è un dato di fatto, e Maria Elena Bottazzi, cresciuta in Honduras e docente al Baylor College of Medicine di Houston, ne possiede uno davvero grande; molto più di altri.
La docente dell’università di Houston è candidata al Nobel per la Pace, insieme al collega Peter Hotez, perché ha sviluppato un vaccino anti covid, Corbevax, non coperto da brevetto e quindi accessibile anche ai Paesi più poveri.
La lezione di questa grande donna è dura nei confronti delle Big Pharma, che non hanno saputo essere generose quando il mondo glielo chiedeva.
Il vaccino, ideato a Houston in Texas, è stato approvato per la somministrazione in India nel 2021: è facile da produrre su vasta scala e ha un’efficacia che supera l’80 per cento.
La richiesta di candidatura per i due scienziati al comitato di Oslo è partita da una deputata americana dell’area di Houston, che ha motivato così la sua richiesta: “Da anni lavorano per la fraternità tra nazioni e sono persone che il Premio Nobel per la Pace incarna e celebra”.
La scienziata 56enne afferma che il suo è “un vaccino per il mondo”, e spera che dopo l’India venga presto approvato anche in altri Paesi, come Indonesia, Bangladesh e Botswana.
La dose, chiamata Corbevax, viene prodotta utilizzando un processo utilizzato da decenni per il vaccino contro l’epatite B, quindi ci sono molti produttori in grado di realizzarlo per poco più di un euro a dose.
Maria Elena Bottazzi, inoltre, si è detta emozionata e contenta e ha ringraziato i tanti italiani che le hanno scritto, ricordando le sue origini liguri. “Aiutare i Paesi poveri – ha detto – è un privilegio davvero speciale. Ora stiamo confermando l’efficacia contro la variante omicron, ma crediamo che manterrà una buona protezione”.
E quando alla scienziata è stato domandato a chi appartenesse il vaccino, lei ha risposto: “Beh, direi alla gente non c’è nessun brevetto. Il sole può essere brevettato?”.
E, anche se in maniera gentile, la docente, non risparmia le sue critiche nei confronti delle Big Pharma, quando dice che loro “devono rispondere ai loro investitori, ma, nel contesto di un’emergenza globale, ovviamente bisogna essere un po’ più altruisti. Hanno dato un grande contributo producendo questi vaccini, ma va ricordato che hanno ricevuto ingenti sussidi pubblici”, ha sottolineato la scienziata, e spera che la sua creazione possa aiutare i Paesi più poveri.
Fin dall’inizio si era richiesto, almeno per i Paesi in via di sviluppo, di togliere i brevetti sui vaccini; ma non solo la richiesta non è stata accolta, ma, le case farmaceutiche, addirittura, protette dagli Usa e dall’Unione europea, non hanno fornito ai Paesi poveri i vaccini necessari a prezzi calmierati che avevano promesso per riuscire a contrastare l’epidemia.
Ma anche l’Italia ha le sue colpe. Le case farmaceutiche hanno fatto profitti giganteschi, vendendo vaccini anche per i bambini, quando nel mondo c’erano novantenni senza neanche uno straccio di dose.
E’ questa l’incredibile contraddizione della guerra alla pandemia. Si dice che il vaccino è fondamentale per uscire dall’emergenza e non lo si inocula nelle categorie più fragili del mondo. E’ questo la terribile narrazione no sense che ci viene raccontata dal Capitalismo.
Di questo le case farmaceutiche ne dovranno dar conto, alla fine. Essere rimaste a guardare quando nel mondo c’era gente che continuava a morire, a contagiare e a favorire le mutazioni di altre varianti è stato insopportabile ed è stata una spesa troppo pesante da sostenere, in termini di vite umane. E’ impensabile, in queste condizioni, preservare i propri diritti su un vaccino sovvenzionato da noialtri, per giunta.
Aziende come Pfizer, Moderna ecc… Hanno trovato il vaccino per i loro profitti e, quando avrebbero potuto salvare delle persone, hanno pensato bene di non farlo.
Non vi è nessun onore nell’ammazzare gente per qualsivoglia motivo, ma è quasi più meschino avere nelle mani il potere di salvare vite umane e non concederlo per futili motivi.
Le case farmaceutiche sono chiamate a rispondere e, se vivessimo in un mondo giusto, non sarebbe di certo sbagliato far pagare i danni che non sono riusciti a limitare per la loro ingordigia.
Ma è qui che sarebbero dovuti intervenire gli Stati e i leader. Infatti, dopo aver bloccato “giustamente” le libertà singole di miliardi di persone per contenere il virus con i lockdown, non sarebbe stato sbagliato eliminare anche quel dannato monopolio; se l’intento era davvero quello di preservare la Salute pubblica contro un male che ha minacciato l’intera razza umana.
Ma si è pensato di fare spallucce e di guardare altrove, e, quindi, mentre la gente moriva e si ammalava, con gran parte della razza umana martoriata dal virus, c’è chi faceva vagonate di soldi; protetto dalla politica inerme e corrotta e complice di questi delitti perfetti.
Se esiste una giustizia divina si spera che preservi il cuore della scienziata Elena Bottazzi che oggi festeggiamo e plaudiamo, insieme al suo collega Peter. Il suo altruismo e il suo spirito di abnegazione non sono motivo d’orgoglio solo per la nostra Penisola, ma per l’intera razza umana. Grazie Elena e Peter! Avete reso il mondo un posto migliore.