Una speculazione armata

La speculazione operata dagli hedge found sui mercati energetici, a detta degli esperti di cui il Sole 24 ore riporta le analisi, ha eguali solo con quanto è avvenuto nel 1973, quando per altro, aggiungiamo noi, gli stessi non avevano dimensioni comparabili alle attuali.

Le guerre hanno sempre avuto moventi economici e speculativi, mascherati da visioni ideologiche o religiose di cui i sostenitori, neppure tanto occulti, hanno sempre beneficiato.

Prima nella fase della distruzione, fornendo armi e logistica, successivamente in fase di ricostruzione, accaparrandosi fondi e appalti per rigenerare un Paese, un Continente.

Oggi, non più di ieri, le guerre sono sostenute da organi mediatici e di propaganda, il cui compito è ottundere la ragione della popolazione, per piegarne il consenso.

L’ignoranza plateale dei secoli passati non trova grandi differenze con quella attuale, la cui scolarità avrebbe dovuto giovare, se fosse avvenuta quella semina culturale, cui in tanti abbiamo sempre sperato e per la quale abbiamo lavorato e lottato.

La contrapposizione infantile con cui l’Unione europea, di cui l’Italia è parte fondamentale, ha affrontato l’escalation dello scontro tra Russia e Ucraina, non trova riscontro in nessuna azione diplomatica seria, cui in passato l’Europa ha saputo svolgere, come durante gli anni bui della guerra fredda tra Usa e Urss.

La banalità e il ridicolo atteggiamento del nostro Governo non è figlio dell’assenza di consapevolezza, quanto dell’incapacità di una gestione politica delle relazioni internazionali, attraverso le quali si sarebbe dovuto impedire il muro contro muro, la guerra stessa.

Vieppiù, è palese il decadimento istituzionale cui Presidente del Consiglio e Presidente della Repubblica sono i primi responsabili, unitamente all’intero Parlamento, privo ab origine di autonomia intellettuale.

L’aver votato una risoluzione e poi un decreto legge, con cui si è autorizzato l’invio di armi a un Paese belligerante, ci rende istituzionalmente parte indiretta nella guerra in corso, con le implicazioni di palese incostituzionalità.

L’aver inviato armi, piuttosto che esserci spesi e continuare a spenderci per una risoluzione diplomatica, mette in rilevanza l’aspetto incostituzionale dell’operato, quanto la decadenza etica e morale, per la quale non vi è alcuna giustificazione plausibile o accettabile, sul piano religioso e spirituale, quanto su quello laico e socialdemocratico.

L’Occidente, l’Europa, l’Italia, grazie a questo folle innalzamento dei muri e la rottura del dialogo, stanno portando l’Ucraina alla completa distruzione, rinforzando una reazione armata che non avrà esito breve, oltreché positivo.

La finanza mondiale sta operando l’ulteriore rastrellamento sul mercato Europeo, di quella liquidità residuale a disposizione dei singoli cittadini, impoverendo la società in modo irreversibile.

Questo volgere verso una deriva economica, renderà il mercato Europeo marginale sullo scenario mondiale.

Se il Presidente del consiglio è un eccellente tecnico è altrettanto vero che, le sue doti politiche sono pressoché inesistenti.

Il disastro cui si è andati incontro e che nei prossimi mesi diverrà drammatico, non necessita solo di puntuali analisi, cui un buon tecnico è capace, ma azioni la cui complessità e multidisciplinarità, ancorché capacità di visione, sono propri di quella Politica da cui il nostro Paese, purtroppo, non è più abitato.

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