Una scelta prevedibile

Fuori dalla Magistratura, con la radiazione confermata anche dalla Corte di Cassazione, Luca Palamara, dallo scoppio dello scandalo, ha via via mostrato un attivismo sempre più intenso.

Ultimo episodio la candidatura alla Camera, come indipendente per le suppletive del collegio uninominale di Roma Monte Mario – Prima Valle, lasciato libero dalla pentastellata Emanuela Del Re, nominata rappresentante speciale per la UE nel Sahel.

Candidatura per molti inopportuna, per le note vicende e ancor più per il recente rinvio a giudizio di Perugia. Secondo qualcuno un tentativo di trovare un nuovo impiego ben retribuito.

In realtà occorre fare chiarezza su un principio: ovvero la giustizia deve ancora fare il suo corso e che fino a prova contraria, fino a Sentenza definitiva, vige il principio della presunzione d’innocenza.

Ragion per cui non avendo provvedimenti restrittivi, per il momento, il Dott. Palamara aveva tutto il diritto di candidarsi, non essendo stato privato dell’elettorato attivo e passivo.

Principio che tutela non solo Palamara, ma dello stato di diritto, poiché per troppi anni questo Paese è stato animato da un giustizialismo senza limiti, in cui una persona viene ritenuta colpevole, già prima di una sentenza.

Giustizialismo, bene chiarirlo frutto esclusivo dell’opinione popolare e la circostanza che in questo caso il protagonista sia un ex magistrato non può che porre ancor più forte l’esigenza di costruire un nuovo rapporto tra giustizia e cittadino; ne sarebbe l’ora!

E si dirà: ma perché candidare un personaggio così particolare?

Ed è qui che corre in soccorso la stessa politica. Da tempo il parlamento ha cambiato pelle, accettando gesti e comportamenti un tempo impensabili, quindi, con tutto lo scempio a cui siamo abituati, come potrebbe cogliere imbarazzo o disagio la presenza eventuale di Luca Palamara.

Chiaro anche che, l’eventuale elezione, non dovrà essere l’occasione per rallentare il corso della giustizia, perché questo comporterebbe un uso per fini personali della politica.

Nel frattempo, l’ex Presidente ANM, non è stato appoggiato da nessun partito e tanto meno da nessuna coalizione.

Di conseguenza questa appare come una candidatura di bandiera, con scarse possibilità di riuscita, a meno che, nel suo nominativo, non vi sia una convergenza che, francamente, nel centro sinistra appare impossibile e nel centro destra pare molto difficile; per non parlare dei 5 stelle neo orfani del giustizialismo.

Per dirla tutta, anche il progetto politico appare per ora lacunoso e le abilità politiche dell’ormai ex magistrato devono essere ancora tutte dimostrate, starà a lui riuscire a convincere gli elettori della bontà del voto che chiede.

La candidatura, va detto, non è frutto però dell’iniziativa del solo Palamara, ma è ispirata dai Radicali, che non da oggi hanno la capacità di andare anche fuori dagli schemi per sostenere le proprie battaglie.

Che sia un episodio o la prima tappa di un nuovo viaggio per Palamara saranno gli elettori a dirlo, ma, di sicuro, era una scelta ampiamente prevedibile, viste le sue mosse degli ultimi tempi.

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