Nato a Parma il 27 giugno 1934 e morto a Roma il 9 settembre 2013, Alberto Bevilacqua è stato un grande giornalista, scrittore, poeta, sceneggiatore e regista del panorama artistico italiano. Figlio dell’ aviatore Marco e di Lisa Cantadori, Alberto Bevilacqua comincia a scrivere verso i primi anni ’50, sotto l’influenza del responsabile del supplemento letterario della Gazzetta di Parma Mario Colombi Guidotti.
Nel 1955 pubblica la sua prima raccolta di racconti dal titolo “La polvere sull’ erba”. Nel 1961 l’autore pubblica la sua raccolta di poesie “L’amicizia perduta”, ma è del 1964 il suo primo e vero successo letterario con il romanzo “La califfa”. Nel 1966 si aggiudica il “Premio Campiello” con il suo secondo romanzo intitolato “Questa specie d’amore”. Bevilacqua inoltre cura le trasposizioni cinematografiche di entrambi i romanzi, vincendo il Premio David di Donatello come miglior film per “Questa specie d’amore”.
Alberto Bevilacqua il 10 marzo 1995, compare in sede processuale durante il processo contro Pietro Pacciani, in quanto persona offesa per calunnia aggravata da parte di Gabriella Pasquali Carlizzi e Annamaria Ragno, nell’ ambito del caso sul “Mostro di Firenze”. Come riconoscimento per le sue doti artistiche e culturali, la collana “I Meridiani” gli dedica un volume nel 2010. Dopo una vita di enormi successi, Alberto Bevilacqua il 26 gennaio 2013, viene ricoverato presso la clinica privata “Villa Mafalda” a Roma, per l’aggravarsi di uno scompenso cardiaco avvenuto mesi prima. Le sue condizioni all’ inizio gravi per una presunta infezione alle vie respiratorie, in seguito si stabilizzano, ma dopo pochi mesi, lo scrittore passa a miglior vita, per la precisione il 9 settembre dello stesso anno. Alberto Bevilacqua è sepolto a Parma presso il cimitero della Villetta, e ancora oggi è una delle persone più amate della città ducale.