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Un nuovo Piano Marshall per una rinascita europea

by Rosario Sorace

Il 3 aprile 1948: Il Presidente USA Truman firmò il Piano Marshall, che era un poderoso intervento di aiuti finanziari agli stati europei destinati a ricostruire città in macerie, e riavviando così il decollo economico post bellico. Ma per gli americani, comunque, segnò l’avvio dell’era della geopolitica mondiale con l’inizio della “Guerra fredda”.

Nasce quel conflitto che durerà sino alla caduta del Muro di Berlino e che vedeva, dopo gli accordi di Yalta, da una parte i Paesi alleati agli USA, dall’altra le nazioni che gravitavano attorno all’URSS. Nel 1946-47 l’Italia sceglieva di stare nell’Occidente e così si predisponeva una struttura di difesa comune in caso di attacco sovietico.

Nel frattempo il “Piano Marshall” avrebbe consentito la ripresa dell’economia e la crescita dell’occupazione, consolidando il consenso intorno ad una alleanza stringente con gli Usa. Da allora in poi siamo rimasti un paese satellite degli Stati Uniti, e in politica estera abbiamo avuto un discreto ruolo anche se sempre in un orbita filoamericana. 

La definizione di Piano Marshall prende il nome dell’allora segretario di Stato statunitense, George Marshall, che fece un discorso il 5 giugno 1947 all’Università di Harvard e, che annunciava la decisione degli USA di attivare un piano di aiuti economico-finanziari per l’Europa.

Oggi da più parti si ricorda questo importante passaggio storico in cui il nostro Paese, insieme a tutta l’ Europa, pose le basi del decollo sociale e del benessere che ha contraddistinto una lunga fase storica. In questo frangente drammatico della nostra storia si evoca questo piano per indicare un sostegno complessivo dell’economia europea, che ci servirà al fine di superare la recessione che incombe.

Stavolta, però, come Unione Europea abbiamo gli strumenti finanziari per operare decisioni solidali e comuni. Non imboccare queste strade possibili sarebbe un suicidio collettivo.

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