Un milione e 100mila euro per le conferenze di “Renzi d’Arabia”. Ma cos’è che non torna?

Torna a far parlare di sé l’ex premier Matteo Renzi, oramai più legato ai fatti di cronaca che a quelli della politica.

La vicenda che vede implicato nuovamente il senatore di Rignano riguarda sempre i soldi incassati per i discorsi tenuti per l’amico Mohammad bin Salman. Le consulenze svolte in Arabia Saudita sarebbero fruttate all’ex segretario del Pd fino a un milione e 100 mila euro.

Sebbene in molti si domandino quanto realmente capiscano gli arabi dai discorsi in inglese di Renzi, la vera domanda che in molti si pongono è: quali qualità ha Matteo Renzi per ricevere quella cifra dagli Arabi?

L’unica qualità che verrebbe da menzionare di Matteo Renzi è quella di ricoprire il ruolo di Senatore della Repubblica italiana.

Il denaro – come riportano il Corriere della Sera e La Stampa – versato da alcune società arabe attraverso diversi accrediti. A fare i conti, come accade sempre in questi casi, è l’Unità antiriciclaggio di Bankitalia che ha fatto partire una segnalazione di operazione sospetta. Fino a questo momento la cifra che si riteneva fosse stata incassata dal senatore Renzi era di circa 80mila euro.

“Sul rapporto di conto corrente intestato a Matteo Renzi, aperto in data 5 novembre 2021, si rileva la seguente operatività: in data 13 dicembre 2021, un bonifico in accredito di un milione e 100 mila euro dal cliente stesso con causale “girofondi”. Il signor Matteo Renzi, censito in anagrafe come politico con un reddito annuo netto superiore a 75mila euro, ricopre la carica di senatore. Relativamente a quanto rilevato, il cliente – scrive nella segnalazione il personale dell’Uif – ha dichiarato al nostro consulente finanziario di riferimento che l’origine dei fondi sarebbe riferibile a delle prestazioni fornite, in qualità di consulente, all’Arabia Saudita, finalizzate a sostenere la nascita di una città Green, a scopo turistico, negli Emirati Arabi”.

“Dal documento si evincono bonifici ripetitivi in accredito di 8.333 dalla Mataio International Public, un bonifico di 570 mila euro dalla Royal Commission For Alula e un bonifico di 66.090 da Founder Future Inv Initiative Est. Si allegano le tre fatture emesse dal cliente a favore degli ordinanti dei bonifici”.

Fino a ieri il senatore di Italia Viva si era sempre difeso dicendo che non si tratta di “alcun conflitto d’interesse. L’unico interesse in conflitto è di qualcuno che vorrebbe io smettessi di parlare dell’Italia. L’attività parlamentare è compatibile con quella di uno che va a fare iniziative all’estero, su questi temi è tutto perfettamente in regola e legittimo. Nell’aprile dello scorso anno Renzi aveva confermato di aver firmato un intervento “per promuovere gli interventi di rilancio dell’antica città araba di Alula, patrimonio Unesco” e di essere entrato “nel board della Commissione reale per Alula, presieduta direttamente dal principe Bin Salman”.

Insomma, per gli uomini d’onore, la politica non ha ragione di convivere nel mondo degli affari, soprattutto, quando questi affari sono finanziati da dittatori sanguinari di nazioni senza diritti o leggi. Ma non è così per il leader di Italia Viva.

Che si tratti di una cosa illegale, il fatto che Renzi percepisca tutti quei soldi da uno Stato straniero, è comunque difficile da dimostrare; visto che la consulenza a Renzi la si potrebbe giustificare in mille modi.

E se a questo si aggiunge il fatto che la persona alla quale Renzi ha prestato i suoi servigi è il dittatore di uno Stato autoritario che non deve condividere informazioni con nessuno; la sua bischerata, seppur vera, rimarrebbe impunita.

Molto della vicenda passerebbe in cavalleria, visti i pochi appigli della magistratura a procedere. Ma ciò che a Renzi non si può proprio perdonare è il suo atteggiamento moralista avuto in passato che ci ha fatto illudere che la sua morale, la sua etica e la sua legalità fossero al di sopra di quelle degli altri.

Che dire di quando diceva: “Se vuoi guadagnare vai nelle banche d’affari, prendi i contratti milionari che ti offrono. Non ti metti a fare il politico. Chi fa il politico ha questi conti correnti (conto di Renzi del 2018) Non ne ha altri. Se ne ha altri c’è qualcosa che non torna”.

Diciamo che a Renzi è andata discretamente bene. Non gli è servito entrare in una grande banca d’affari per fare soldi.

Al senatore di Rignano è bastato semplicemente predicare bene, razzolare male e fare come gli altri, se non peggio. Ma, adesso, continuiamo a chiedere a Mr. Renzi: Cos’è che non torna??

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