Il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, ha chiarito che la Francia non chiederà il prestito del Mes, che prevede un aiuto finalizzato alle spese per sanità di ogni singolo paese dell’UE. A questo punto l’Italia potrebbe dunque ritrovarsi da sola nel richiedere il Mes, strumento che continua a dividere la maggioranza di Governo. Quindi, oltre alla Francia si aggiungono la Spagna, Grecia, Portogallo, tutti paesi in grave difficoltà economiche che sono riottosi nell’utilizzare il Mes e che, comunque, hanno grossi problemi di bilancio per l’emergenza covid 19.
Il pacchetto complessivo dovrebbe essere varato dall’Eurogruppo e sarà operativo presumibilmente a partire da giugno con l’eccezione del ‘Sure’, che prevede una garanzia di 25 miliardi di euro da parte degli Stati e sulla quale si devono esprimere i parlamenti di alcuni paesi membri. Manca ancora il disco verde per il ‘recovery fund’ inserito nel bilancio pluriennale dell’Ue, finanziato con bond emessi dalla Commissione europea ed erogato agli Stati sotto forma di prestiti e sussidi a fondo perduto.
Il recovery fund è un punto di incontro tra i paesi dell’UE dopo la bocciatura degli eurobond, ma ancora si attende la proposta finale di Ursula von der Leyen e ormai la definizione dei contenuti avverrà probabilmente verso la fine di Maggio. Purtroppo questi ritardi stanno mettendo in seria difficoltà i Paesi con scarsa liquidità quali sono l’Italia, Francia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda. Uno dei nodi che ancora non sono sciolti è la quota sulla percentuale tra prestiti e sussidi e poi sulle dimensioni quantitative del fondo stesso. In questo senso è fondamentale definire il negoziato sul bilancio 2021-2017, sul quale i 27 capi di stato dell’Ue non hanno trovato una convergenza.
Il ministro francese Le Maire lancia l’allarme: “Se non c’è solidarietà nell’Ue, non c’è interesse politico a costruire l’Eurozona. E credetemi, per certi Paesi, penso in particolare all’Italia, il fatto che manchi la solidarietà rende ridicolo il progetto europeo. Se c’è il fondo, c’è la solidarietà; se non c’è il fondo, non c’è solidarietà”. Secondo Le Maire la dotazione non può andare al di sotto “come minimo” di almeno una cifra di “mille miliardi” di euro. Il ministro francese segue le vicende italiane e valuta “con attenzione i sondaggi dell’opinione pubblica italiana, quindi, l’Europa deve fare di più, deve dare prova concreta della sua solidarietà”. Si rende conto il ministro di una cosa lampante e, cioè, che gli italiani, “hanno la sensazione di essere abbandonati dall’Ue. L’Italia è stata colpita terribilmente dalla crisi e deve essere sostenuta”.
Nel frattempo il Parlamento europeo, con una risoluzione, chiede alla Commissione Europea di creare strumenti urgenti e innovativi per raccogliere nuove risorse per un bilancio pluriennale “ambizioso”. In particolare si deve fare leva sull’esazione delle tasse sui servizi digitali e a quelle sulle transazioni finanziarie. Si richiede di erogare la maggior parte delle risorse del fondo come sussidi a fondo perduto e la presidente von der Leyen ha garantito che il Parlamento verrà coinvolto nei negoziati.
Intanto pare, che gli eurodeputati della Lega, che all’inizio erano decisamente contrari sulla risoluzione, stanno valutando di astenersi sulle risoluzioni del parlamento europeo, a differenza dei loro colleghi del gruppo sovranista ‘Identità e democrazia’ che voteranno contro.
Nella risoluzione per i leghisti ci sono elementi “apprezzabili” che, sono appunto, la tassazione sulle multinazionali per recuperare fondi, mentre, su altre parti del testo restano perplessità. Ma ai dubbi sul recovery fund, si aggiungono adesso anche perplessità che nella Lega stanno maturando sulla contrarietà al Mes. I governatori del nord sono abbastanza favorevoli ad accettare i fondi per le spese sanitarie per cui Salvini sembra in difficoltà a ribadire la sua contrarietà.
La risoluzione del Parlamento europeo gode del sostegno di una maggioranza ampia: oltre a Ppe, socialisti e liberali, votano a favore anche i Verdi, i 14 eletti del M5s e l’Ecr, il gruppo dei Conservatori e Riformisti di cui fanno parte anche gli eurodeputati di Fratelli d’Italia, i quali però si asterranno. Forza Italia invece è a favore, con il resto della famiglia Popolare.