E’ un business scandaloso quello dell’immigrazione clandestina; cresciuto in modo esponenziale in questi ultimi trent’anni. Ultimamente, nel Nord Italia, la Digos ha operato sette arresti. Si tratta di indagini complesse che sono rese difficili dall’omertà e della complicità tra chi organizza la tratta che ne è vittima.
Questo gruppo criminale, avrebbe favorito l’immigrazione illegale in Europa, soprattutto in Germania, Francia e Paesi del Nord, con transito e tappa a Trieste, che viene ritenuta dagli investigatori un centro di smistamento della cosiddetta ‘rotta balcanica’.
I migranti erano costretti a pagare un ingente somma in danaro per ottenere il transito e dei documenti falsi. La Digos di Trieste ha colpito questa organizzazione che si occupava del transito di clandestini provenienti dal Kurdistan e che erano diretti in Europa.
Sono 5 le ordinanze di custodia cautelare in carcere che sono state eseguite, di cui due estese in ambito europeo, oltre che 2 arresti domiciliari nei confronti di cittadini iracheni. Uno di questi criminali, secondo gli investigatori, aveva contatti e legami con un cittadino siriano responsabile dell’attentato terroristico del 15 settembre 2017 a Londra.
La Polizia ha effettuato anche diverse perquisizioni che hanno coinvolto un cittadino italiano e sono state indagate almeno dieci persone che non si trovano in Italia che hanno fatto estendere le ricerche anche all’estero. L’operazione è stata denominata Hub ed è diretta dal pm Massimo De Bortoli della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Trieste, ha riguardato, oltre che Trieste, numerose città del nord Italia.
Tale importante inchiesta è stata supportata dal Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della Dcpp/Ucigos, ed è partita da una serie di approfondimenti su un cittadino iracheno di 30 anni, residente a Trieste, che è risultato in contatto con Ahmed Hassan, alias Aziz Aljaf, di 22 anni, che è il cittadino siriano, responsabile dell’attentato terroristico compiuto il 15 settembre 2017 a Londra, quando un ordigno rudimentale venne fatto esplodere a bordo nella metropolitana alla stazione “Parson Green”.
Tale attentato è stato successivamente rivendicato dall’Isis. Da queste indagini, però non risulta tuttavia che le persone arrestate o indagate abbiano commesso reati inerenti di terrorismo internazionale. Si è scoperta innanzitutto l’esistenza di una cellula triestina, costituita dal cittadino iracheno, il quale, nonostante nel corso delle indagini si era stabilito prima in Olanda e poi in Germania, manteneva una sorta di supervisione sull’intero traffico di esseri umani.
Le autorità tedesche hanno dato esecuzione ad un mandato di arresto europeo che è stato emesso dall’autorità giudiziaria triestina. Nel corso delle indagini si è scoperto che alcuni componenti della cellula triestina, anche con l’aiuto economico dell’organizzazione transnazionale, hanno “aperto” basi logistiche con lo stesso scopo in altri luoghi del Nord Italia, tra cui la Provincia di Bolzano.