La caccia all’uomo si è appena aperta, e, di sicuro, non passa inosservata quando quel uomo è il criminale più ricercato d’Italia. Stiamo parlando del superboss latitante Matteo Messina Denaro.
La polizia di Stato di Trapani, insieme al Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine, sta effettuando controlli e perquisizioni nella Valle del Belice, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, per riuscire a mettere le mani sulla preda più ambita: Matteo Messina Denaro.
L’operazione è scattata perché alcune persone vicine a Denaro e mafiosi del trapanese, dopo i loro arresti, secondo gli inquirenti, hanno fatto emergere elementi nuovi utili per la ricerca, oltre al video rinvenuto negli ultimi giorni girato nel 2009 che, con immagini dubbie, sfocate e poco chiare si vuole dar per certo che il superboss stesse nel fuoristrada ripreso in quel famoso video.
Come se una persona del quale non si sa nulla, né sulle sue mutazioni del tempo, né dei suoi cambiamenti avvenuti grazie alla chirurgia plastica, possa essere riconosciuta così facilmente in un video così poco chiaro. Ma il dispiegamento di un numero di forze così alto fa ipotizzare altri elementi probanti della presenza di Matteo Messina Denaro sul territorio.
Il superboss latitante di Cosa Nostra, in fuga dal 1993, sta tenendo tutti col fiato sospeso, compresi i 150 agenti impiegati per la sua cattura.
Il dispiegamento di così tante forze può far ben sperare. Gli agenti stanno passando al setaccio Castelvetrano, Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Partanna, Mazara del Vallo, Santa Margherita Belice e Roccamena, vicino Palermo. Perquisizioni anche nella Valle del Belice. Riusciranno a mettere nel sacco il superboss?