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Se torna il radicalismo

by Bobo Craxi

Non è una buona notizia per il Paese; non lo sono le scazzottate di fronte alle scuole, la pallida riedizione dell’opposto estremismo, le proteste violente per un uso a sua volta violento della giustizia contro un capo anarchico.

Si dirà che il ritorno alle espressioni politiche più radicali sono nelle società complesse una spia dell’insoddisfazione e del disagio, e non è difficile pensare che sia così, vi sono minacce che si concentrano sul futuro, siamo circondati da catastrofi finanziarie, commerciali, geopolitiche, tecnologiche ed ambientali ed é difficile che esse non di riflettano in qualche modo sui comportamenti delle masse esattamente come negli anni più duri della Guerra Fredda.

Quel che non possono e non devono fare le aree della sinistra progressista democratica e riformista é alimentare le legittime proteste senza promuovere indicazioni per le soluzioni; vi sono scelte pubbliche che chiamano non solo alla responsabilità ma anche all’obbligo di sciogliere i nodi che mettono in contraddizione per esempio la produzione e la difesa della natura. Vi è una sempiterna illiberalità, irrazionalità ed ingiustizia nel Capitalismo che rigenera una tendenza al
socialismo che non ha nulla a che vedere con la catastrofica esperienza sovietica che tentó di separare ciò che é economico dalla politica.

Per questa ragione esiste un profilo di prudenza e di gradualità da adottare nelle fase dove c’è una tendenza acuta a stressare gli elementi di scontro nella società.

La Guerra che é il preambolo della Nuova Guerra Fredda, la Pandemia ( il processo che si sta avviando punta alla ricerca spasmodica del colpevole ex post segnando una volta di più l’uso “politico” della Giustizia) l’emergenza immigratoria sono questioni che produrranno una divisione acuta nella Società Italiana, già se ne scorgono i prodromi.

Se l’estremismo parolaio occupa la maggioranza che sostiene il Governo si deve evitare che analogo blocco culturale si impossessi dell’opposizione. La Sinistra Riformista ha il dovere di proporre, di vincere la sfida del futuro, non si può pensare di imporre un cambiamento brandendo il passato come un arma. Come diceva Turati “il passato ha sempre torto, solo il futuro ha ragione”.

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