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Scontro tra Salvini e Giorgetti: La misura è colma

by Romano Franco

Dopo l’elogio in pompa magna di Matteo Salvini a Bolsonaro, emergono gli ennesimi malumori nella Lega da parte di Giorgetti che auspica, con poche speranze, di vedere un giorno il suo partito nel Ppe.

Mentre il dibattito sul prossimo inquilino del Quirinale rimane insoluto, dove il Segretario della Lega vorrebbe Berlusconi mentre il vice rilancia Draghi, la domanda che tutti si pongono è: Ma Giorgetti con Salvini che c’azzecca?

Le differenze tra i due personaggi sono abissali, come tra il Giorno e la Notte. Salvini ha una visione qualunquista e variabile, parla molto e fa poco, è molto superficiale, rappresenta tutti e nessuno, per i suoi contenuti; avversa fortemente l’Europa ed ha una visione molto estremista; Giorgetti, al contrario, è un europeista convinto, moderato, parla poco e lavora, ha una visione decisa, nonostante rappresenti poco più dell’establishment industriale e territoriale padano.

Ma le polemiche e le discussioni da quando la Lega ha commesso l’errore fatale di entrare nel governo Draghi, che è costata al Carroccio le Amministrative, non cessano e la posizione di Salvini in stato di evidente sottomissione è lampante.

Salvini, dallo scorso gennaio, è alla ricerca di un ruolo, la sua bramosia di stare all’opposizione con la Meloni è tanta ma l’occasione di utilizzare i soldi del Next Generation Eu per fare riforme e prendersi i meriti non hanno lasciato scelta al leader della Lega se non quella di stringere i denti e ingoiare.

Ma mentre Salvini continua a mandar giù e a sopportare, la polemica del suo generale in seconda è dura e senza fronzoli. “Il problema non è Giorgetti – sottolinea il Ministro – che una sua credibilità internazionale se l’era creata da tempo. Il problema è se Salvini vuole sposare una nuova linea o starne fuori. Matteo è abituato a essere un campione d’incassi nei film western. Io gli ho proposto di essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar. E’ difficile mettere nello stesso film Bud Spencer e Meryl Streep. E non so cosa abbia deciso”, dice il ministro dello Sviluppo economico.

Mentre le parole utilizzate da Giorgetti di “attore non protagonista”, possono essere interpretate dai mal pensanti come: Salvini, ‘il mai premier’; il vicesegretario con questo suo intervento pare voglia mettere in riga Matteo e dargli una specie di ultimatum soft: ‘O sei dentro, o sei fuori’.

Ma Salvini non la prende bene e, tra una digestione e un’altra, sbotta: “Giancarlo mi paragona a Bud Spencer? A me piace il teatro”.

Il tavolo per un consiglio federale è stato convocato per domani e vi sono già tensioni e diversi punti da chiarire, come spiegano diversi parlamentari vicini a Salvini che manifestano “stupore, irritazione e anche rabbia” per le parole del ministro dello Sviluppo Economico.

Ma dalla cerchia di Giorgetti viene issata la ‘bandiera bianca’ con il trait d’union che viene evidenziato dalla mancata volontà del numero due di mettersi alla testa dei leghisti più insofferenti alla spinta sovranista per costruire quello che Salvini chiama «centroni o centrini», inoltre ribadiscono che non vi è nessuna intenzione di cambiare il nome del partito: La Lega rimane per Salvini premier; dicono i giorgettiani.

Anzi, dall’asse del ministro arriva una precisazione: Le frasi di Giorgetti, per come sono state diffuse ieri, sarebbero state un taglio brusco di un ragionamento più ampio.

Ciò che traspare è che ci sia aria di crisi nei corridoi della Lega, rappresentata dalle visioni contrastanti dei due leader. E anche se i venti di guerra spirano forti da tempo, fomentati in parte anche da noi giornali, le ipotesi del conflitto civile o della pax duratura rimangono tutt’ora scenari entrambi possibili.

Questo è il momento della comprensione e del dialogo, e, anche se per Salvini e la sua idea di Lega la misura è colma già da tempo, lo sforzo che viene chiamato a fare il Carroccio è quello di diventare rappresentante di un’area più moderata e concreta e di ricercare un consenso meno superficiale che non cambi idea dall’alba al tramonto e che miri ad un approvazione più duratura nel tempo.

Riuscirà la Lega nell’impresa di rappresentare di più quell’area moderata tanto ambita da Giorgetti o sarà scissione?

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