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Scandalo Qatar: La giusta occasione per rinnovare onestà e trasparenza

by Redazione

Dopo lo scandalo di corruzione che ha coinvolto Bruxelles il Parlamento europeo ha reagito alle recenti accuse con cambiamenti immediati e ha richiesto nuove misure per colmare le lacune nelle norme di trasparenza esistenti.

Dopo il dibattito di martedì, il Parlamento ha adottato una risoluzione sui sospetti di corruzione del Qatar e sulla più ampia necessità di maggiore trasparenza nelle istituzioni Ue, con 541 voti a favore, due contrari e tre astenuti.

I deputati si dicono sconvolti dalle recenti accuse, anche se è difficile non riconoscere il sistema sempre più secretato che si cela dietro il Qatargate. Ex deputati e personale del Parlamento europeo sono stati coinvolti in casi di corruzione internazionale, riciclaggio di denaro e partecipazione a organizzazioni criminali che hanno dato sostengono e piena collaborazione della Camera.

Le indagini sono ancora in corso. I sistemi interni adottati sino ad ora non sono riusciti a prevenire la corruzione, anzi.

I deputati denunciano anche i presunti tentativi di corruzione del Qatar, che costituirebbe una grave ingerenza straniera nella democrazia europea.

Lavori legislativi relativi al Qatar sospesi

Come misura immediata, i deputati hanno deciso di sospendere tutti i lavori sui fascicoli legislativi relativi al Qatar, in particolare per quanto riguarda la liberalizzazione dei visti e l’accordo aereo dell’UE con il Qatar, nonché le visite programmate, fino a quando le cose non saranno più chiare.

Chiedono inoltre che vengano sospesi i pass di sicurezza per i rappresentanti degli interessi del Qatar fino a quando le indagini giudiziarie non faranno chiarezza.

La comunità europea è sconvolta e preoccupata per i potenziali conflitti di interesse causati da “lavori secondari”, in particolare laddove alcuni deputati ricoprano il ruolo di manager, nel consiglio di amministrazione o nei comitati consultivi di, o come consulenti di banche, società multinazionali o società quotate in borsa.

I deputati sostengono un sistema di dichiarazioni patrimoniali, all’inizio e alla fine di ogni mandato. Queste dichiarazioni potrebbero essere accessibili solo alle autorità competenti e verrebbero controllate se vi sono accuse fondate.

Bisogna auspicare un maggior impegno a garantire la piena trasparenza per quanto riguarda il reddito dei parlamentari, modello francese, e vietare qualsiasi finanziamento esterno del personale dei deputati e dei gruppi politici.

Il Parlamento europeo dovrà cercare di stabilire un divieto a livello dell’UE sulle donazioni da paesi terzi a deputati e partiti politici e si chiede alla Commissione di preparare una proposta a tal fine.

Dovrebbe essere introdotto un “periodo di riflessione” per la fine del mandato di un deputato, per affrontare il fenomeno delle “porte girevoli”, affermano i deputati.

Purtroppo se non vi è trasparenza nel sistema politico, sia esso italiano o europeo, i cittadini vedranno sempre più l’attività di parlamentare come un mestiere che si presta a corruzione e malaffare.

Di fronte a questo sistema losco e poco chiaro gli elettori riporranno sempre meno fiducia nei confronti delle istituzioni che, al posto di svendersi, dovrebbero tutelare i loro cittadini.

Questa mentalità da finestra rotta metterebbe a serio rischio la democrazia, e la corruzione potrebbe innescare una compravendita dei parlamentari.

Se non si implementano i filtri antitrust, insieme all’introduzione di un sistema più trasparente, i cittadini europei finiranno per odiare i politici e la Cosa Pubblica.

E’ necessario difendere la democrazia: è stata messa sotto attacco da sistemi creati ad hoc, sistemi troppo lassisti e a maglie larghe che hanno permesso per anni ai politici di svolgere le loro attività, anche andando contro gli interessi dei propri rappresentati.

Non si tratta di generalizzare. Infatti non tutti i politici sono corrotti ma, con questo sistema losco e poco trasparente, tutti si possono far comprare.

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