Fate come dico io, ma non fate come faccio io! E’ incredibile come il leader della Lega, ancora una volta, pretenda e reclami il rispetto e correttezza dei quali è privo. E, così, come un fulmine a ciel sereno, in mancanza dei soliti nemici dell’ultima ora, tra i quali: migranti, “spaccini” da marciapiede e comunisti, nonostante il “multiforme” Salvini abbia un passato da “bandiera rossa”, si scaglia con il goffissimo Letta che, ancora una volta, sotto forti pressioni e con il fiato sul collo, continua a fare gaffe e a prendere “sganassoni” da amici e alleati.
L’ultima batosta, presa nelle ultime ore, riguarda proprio la sua proposta di inserire una tassa sulle successioni per sviluppare progetti in favore dei giovani. Una “bestialità” secondo il leader della Lega che, quando si tratta di parole, si dice a favore dei deboli e degli operai invece, quando si tratta di fatti, si frappone come un bastione in difesa dei più abbienti e dei poteri forti. La solita propaganda ipocrita fine a se stessa che lo accomuna all’altro Matteo di Rignano.
In effetti, far credere che la riapertura sia una loro conquista rende l’idea del narcisismo e della capacità di mistificazione che accomuna i due leader. Anche l’anno scorso, con molti meno mezzi (meno mascherine, tamponi e intensive, e senza vaccini) e con un governo, forse, più rigorista si riparlava già di riaperture definitive. Ma si sa, i due Matteo, dotati di poche qualità e di un’insicurezza seconda a pochi, si nutrono di autocelebrazioni e di autoreferenza e, grazie a sentenze e denigrazioni delle proposte altrui, viaggiano così, con proposte vuote, promulgando una politica superficiale che ha dato il via, con la credibilità persa strada facendo, ad emorragie di voti incanalati nei cinquestelle, per merito di Renzi, e in Fratelli d’Italia, grazie a Salvini; team nati proprio per avere tante proposte superficiali e poche proposte concrete, proprio come i loro genitori.
E quindi, per quanto concerne la diatriba con Letta, il leader della Lega dice: “E’ ossessionato da me. Devo dire che mi ha deluso: questi anni a Parigi gli hanno fatto male, pensavo meglio. E’ un radical chic, figlio dei salotti. Contento lui. Gli piacerebbe che noi uscissimo dal governo: se lo scorda. Adesso vediamo che succederà. Di sicuro noi stiamo dentro e stiamo bene”, anche se non si direbbe, visti i mal di pancia un giorno sì e l’altro pure.
Quanto alla proposta della tassa di successione lanciata da Letta: “E’ una fregatura – prosegue il Carroccio – siamo contrari, come Lega diremo sempre di no a una roba simile. Magari anche il premier Draghi la pensa come noi”.
Ottima obiezione non c’è che dire! Senza dire come o perché, e senza proposta alternativa alcuna, sputa sentenza senza dare una dovuta spiegazione. E fu così che, quel “birbone” di Salvini, si guadagnò il voto degli eredi, senza fare nulla.
Letta non brilla di proposte esaurienti, ma, in questo caso, aumentare la tassa di successione in tutti i paesi del mondo è un modo, come un altro, per redistribuire le ricchezze che mano a mano finiscono sempre di più nelle mani dei pochi che, grazie ai mezzi e all’enorme influenza creata tramite il denaro, diventano sempre più ricchi precludendo possibilità e prosperità ai molti che, nel frattempo, patiscono la fame.