Di Mirko Fallacia
Le sanzioni occidentali contro la Russia non stanno funzionando e in realtà danneggiano l’Italia, dice Matteo Salvini, leader della Lega.
Durante una conferenza dei leader politici domenica sul Lago di Como, Salvini ha affermato che le sanzioni intese a punire Mosca per la sua invasione dell’Ucraina avevano di fatto aiutato la Russia, risultando in un surplus di esportazioni di $ 140 miliardi, durante l’anno terminato a luglio 2022.
“Dobbiamo difendere l’Ucraina? Sì”, ha detto Salvini. “Ma non vorrei che le sanzioni danneggiassero più chi le impone che chi ne è colpito”.
Ma la supercazzola di Matteo Salvini, che evidenzia un problema evidente, e cioé che le sanzioni stiano danneggiando di fatto più chi le impone, eccezion fatta per Usa, Danimarca, Canada e Norvegia, lascia il tempo che trova.
Le sanzioni erano sicuramente un arma a doppio taglio, soprattutto nei confronti di chi, come noi, è legato a doppio filo con l’economia russa.
Imporre prezzi più alti nei confronti di materie prime di vitali importanza per la produzione italiana rappresenta un suicidio per qualsiasi economista che si rispetti.
L’aumento dei costi fissi si ripercuote sul costo finale di ogni singolo prodotto o servizio, che costando di più, ci rende più vulnerabili alla concorrenza.
Così, l’aumento di energia, metalli, cereali, fertilizzanti e quant’altro, oltre a creare una crisi di reperibilità dei prodotti ha innescato un’inflazione che l’Europa e l’Italia non si possono assolutamente permettere; soprattutto dopo la pandemia e con l’emergenza climatica alle porte.
Le osservazioni di Matteo Salvini cavalcano un problema che può portare un grande bottino alle urne, il 25 settembre, ma la retorica sulle sanzioni finisce per essere scongiurata dalla sua stessa coalizione poiché, il socio di maggioranza della sua alleanza, Giorgia Meloni, ha già promesso di rimanere fedele alla NATO mantenendo misure severe contro Mosca.
Ma, continuando a costruire una retorica ambigua, Salvini ritorna sui suoi passi e afferma che la Lega ha sostenuto le misure per aiutare l’Ucraina sia a livello nazionale che dell’UE e che non avrebbe rotto con gli alleati occidentali se questi ultimi avessero continuato ad imporre sanzioni, ma ha anche invitato altri leader a ripensare alle loro tattiche.
“Se entriamo al governo, cambieremo le alleanze? No. Rimaniamo profondamente, orgogliosamente e saldamente radicati in un Occidente libero e democratico che si oppone alla guerra e all’aggressione”, dice Salvini. “Ma se adottiamo uno strumento per ferire l’aggressore e dopo sette mesi di guerra non è stato ferito, considerare un cambiamento mi sembra legittimo”.
Il Carroccio ha affermato che è necessaria una risposta europea per calmierare i prezzi dell’energia o migliaia di posti di lavoro potrebbero andare persi. “Abbiamo sicuramente bisogno di uno scudo europeo, come durante il COVID”, ha detto Salvini.
Il leader della Lega ha fatto commenti simili nei giorni scorsi sollevando dubbi sulle sanzioni, con i critici che sostengono che fa eco a un argomento di discussione popolare utilizzato dal governo russo.
Abolire le sanzioni come singolo paese, ora come ora, non abbatterebbe i costi dell’energia, dato che l’arrivo di gas, metalli e altro, passa sempre da Paesi europei terzi, dato che l’Italia non dispone di un confine con la Russia.
Solo una risposta univoca europea potrebbe far cambiare idea all’Europa sulle sanzioni ma, per il momento, la retorica statunitense contro la Russia e contro tutto ciò che è russo è una moda che va forte nel vecchio continente e senza un cambio di rotta unito, la pantomima sulle sanzioni è infattibile e sicuramente molto poco divertente.