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Saldi subito!

by Carlo Pileri

Questa è la risposta dei consumatori ai tentativi di speculazione dei commercianti che li vogliono sospendere per speculare sul dramma degli italiani

Di Carlo Pileri Portavoce Nazionale di Konsumer Italia
 
Nel 2002 i commercianti, anche se non furono solo loro a specularci, quando ci fu il passaggio dalla lira all’euro, trasformarono i prezzi facendo valere un euro mille lire, invece che 1936,27 come in realtà era.

Questo meccanismo portò molti ad arricchirsi ingiustamente, facendo aumentare l’inflazione e quindi la perdita di valore di acquisto di stipendi, salari e pensioni, col risultato di un impoverimento generale degli italiani che poi avrebbero comprato molto meno, soprattutto beni non essenziali come vestiario, scarpe, elettrodomestici, automobili, mobili, oreficeria e argenteria per dirne alcuni, portando alla chiusura di molti esercizi, anche e soprattutto di quelli che invece, correttamente, i prezzi non li avevano raddoppiati.

Oggi ci troviamo in un contesto diverso e molto più drammatico di allora, ma i commercianti, stanno comportandosi come allora. Approfittando di una situazione di sconcerto, difficoltà e disorientamento dei consumatori, bloccati da oltre due mesi in casa e senza fare acquisti se non on-line, vogliono approfittare della situazione per far saltare i tradizionali saldi di luglio.

Un settore in bilico tra sopravvivenza, rilancio, o chiusura dovrebbe affrontare questa situazione straordinaria intanto con senso di responsabilità e solidarietà nazionale.

Mentre ci sono medici infermieri, volontari della Protezione civile e delle forze dell’ordine che lavorano oltre i limiti e spesso fuori delle garanzie contrattuali per aiutare i concittadini colpiti dal virus, mentre ci sono settori produttivi soprattutto dell’artigianato, dell’edilizia, della ristorazione e dell’agricoltura a rischio chiusura, i commercianti non fanno una proposta responsabile e lungimirante, come ci saremmo aspettati, di anticipare i saldi per aiutare i consumatori in difficoltà molti dei quali stanno sopravvivendo col sussidio, ma propongono di differire i saldi, o addirittura di farli saltare del tutto per questo anno, per raschiare il fondo del barile dei risparmi dei clienti e arricchirsi in modo eticamente discutibile.

La proposta che viene dal mondo dei Consumatori,  se vogliamo rilanciare il commercio di prossimità, così utile anche in funzione sociale di presidio della legalità nei quartieri di periferia dei grandi centri urbani, è che i saldi invece straordinariamente le Regioni, tutte le Regioni e tutte assieme, li anticipino al 1 giugno e che prevedano una durata fino a tutto luglio, in modo da evitare file e assembramenti diluendo in due mesi le vendite, ma soprattutto offrendo un esempio di nuova solidarietà da parte di un settore che se non si rinnova anche col sistema delle offerte concorrenziali, e con il rispetto dei clienti, rischia davvero di fare quest’anno i saldi per l’ultima volta, ma non perché non vogliono più farli loro, ma perché le vendite on-line prenderanno, volenti o nolenti, il sopravvento, e magari ritorneranno pure i mercatini con offerte alla portata di italiani stressati e impoveriti tornati alle abitudini di 70 anni fa.

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