Home Estero RITIRATA RUSSA? ANCHE NO

RITIRATA RUSSA? ANCHE NO

by Calogero Jonathan Amato

Non sono trascorsi tanti giorni da quando il Generale Surovikin, comandante in capo dell’operazione russa in Ucraina, ha annunciato il riposizionamento della linea di difesa lungo la sponda sinistra del Dnepr, ed è tutto un tripudio di toni trionfali da Kiev a Washington, passando per l’UE, vassallo povero e bistrattato degli USA. Occorre fare chiarezza, perché nella grande ubriacatura occidentale, tra menzogne grossolane, mistificazioni della realtà e quant’altro, la verità è tutta altra cosa rispetto alla narrativa ufficiale. Partiamo col dire che Surovikin ha agito in pieno accordo con il Generale Shoigu, comandante supremo delle Forze Armate e Ministro della Difesa della Federazione Russa.

E usiamo la terminologia militare esatta. Si parla di “ritirata” quando l’arretramento è costretto dall’avanzata dirompente dell’avversario. Quando l’arretramento è per motivi strategici, si dice “riposizionamento”. Ed è il caso nostro. Era da varie settimane che i russi avevano iniziato una vasta operazione di sfollamento della popolazione civile (oltre 110 mila persone) dalla città di Kherson e dalla regione. Si temeva, sulla base di informazione di Intelligence, un attacco alla diga della centrale idroelettrica di Kakhovskaya. Sarebbe stata un’ecatombe.

La decisione russa, pertanto, è stata ragionevole e valida anche sul piano strategico. Ha salvato tante vite umane e ha reso inutile l’attacco alla diga.

In prossimità dell’inverno, che renderà difficilissime le operazioni sul terreno, posizionare la linea del fronte lungo il fiume è una scelta più che corretta. Cantare vittoria da parte degli ucraini che hanno occupato l’area di Kherson abbandonata dai russi, senza alcuna resistenza, è a dir poco ridicolo.

I media occidentali, megafoni di quella buffonata, addirittura han pubblicato foto e video di molti mesi fa spacciandoli come festeggiamenti per la “cacciata dei russi”. Ignoranza e smaccate falsità a livello industriale. Ormai siamo alla fiera dei gonzi, e pare una gara a chi la spara più grossa. E i bamba – come si dice a Milano – ci credono.

Potrebbe interessarti

Lascia un commento