Riforma Giustizia Cartabia, Gratteri accusa: “Con questa riforma converrà ancora di più delinquere”

Sono molteplici le critiche arrivate sino ad ora per quanto riguarda la tanto discussa riforma della Giustizia, una delle più altisonanti è proprio quella di Nicola Gratteri.

Gratteri, procuratore di Catanzaro immolatosi nel più grande processo contro la Ndrangheta, accusa la riforma presentata dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia. Secondo il procuratore, infatti, con la riforma della prescrizione “il 50% dei processi” saranno improcedibili.

“E temo che i sette maxi processi contro la ‘ndrangheta che si stanno celebrando nel distretto di Catanzaro – ha proseguito – saranno dichiarati tutti improcedibili in appello”. Il problema, non “riguarda solo i i processi di mafia ma anche i reati contro la pubblica amministrazione”.

“Rischiamo la diminuzione del livello di sicurezza per la Nazione, perché con questa riforma converrà ancora di più delinquere”, sottolinea Gratteri.

Con le nuove misure che verranno applicate nella nuova riforma si prevede l’improcedibilità se il processo di appello e quello in Cassazione non terminano rispettivamente entro due e un anno.

“Fissare una tagliola con un termine così ristretto”, spiega il procuratore, “annullerà la qualità del lavoro dei magistrati e comporterà un aumento dei ricorsi in appello. Se prima qualcuno non presentava impugnazioni, con questa riforma lo faranno tutti, con l’obiettivo di giungere all’improcedibilità. A questo sarebbe meglio tornare alla prescrizione del reato come era prima della riforma Bonafede, provocherebbe meno danni”.

Ma a questa critica, apparentemente inattaccabile, c’è chi difende la riforma Cartabia come meglio può. Infatti il deputato di Azione Enrico Costa, cerca di smentire quanto affermato da Gratteri: “I sette processi per ‘ndrangheta non saranno improcedibili, perché la riforma Cartabia si applica solamente ai fatti successivi al 1 gennaio 2020”. Verrebbe da dire “un genio”, peccato che Grattieri non si riferiva ai processi in sé per sé ma alla tipologia di reati che non verrebbero perseguitati.

A fare eco a Gratteri c’è Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, che aggiunge: “La riforma della prescrizione con la norma sull’improcedibilità mina la sicurezza del Paese. E, senza risorse aggiuntive, con tempi così brevi si prospettano conseguenze molto gravi nella lotta alla mafia e al terrorismo”.

Infatti è proprio questa la sintesi della riforma, classificare i reati in base alla gravità. Anche se questo viene già fatto, ma non in maniera ufficiale. Di sicuro nessuno vuole che ci siano impunità su certe tipologie di reati e nessuno vuole che i processi durino trent’anni, per questo un compromesso in entrambi i casi sarebbe la cosa giusta. Per i reati di: Mafia, di terrorismo o contro la pubblica amministrazione, quest’ultimo in base alla gravità ovviamente, servirebbero tribunali ad hoc che non lasci impunito nessuno.

Inoltre, se si mettono sanzioni ai magistrati che prendono cantonate non è tanto male poiché si avrebbero molti processi in meno. In quanti, in cerca di gloria, perseguitano ingiustamente persone sulla base del nulla, solo con l’intento di poter fare carriera. Serve una riforma per il Paese. Avanti! L’Italia si costruisce sulla legalità e l’equità, e non sull’impunità.

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