Nutrito congresso quello dei giovani socialisti siciliani che, il 13 dicembre alla presenza di ventisei delegati, ha riconfermato all’unanimità il segretario Mattia Carramusa.
Il trentunenne di Palermo, presentatosi dimissionario, è stato rieletto con la mozione “Socialisti non amebe”. La mozione è molto critica nei confronti del mondo socialista e di sinistra che non ha preso atto del fallimento della propria linea politica. Apre, soprattutto, a nuove strade e a un nuovo modo di agire politico. Anche prendendo le distanze dalla linea del PSI.
Presenti, tra i vari invitati, la co-presidente europea di Eumans Virginia Fiume, l’ex direttore editoriale di Mondoperaio Roberto Sajeva, il giornalista fucino e speaker di “Radio Sapienza” Gabriele Cela, il segretario di “REDS Sicilia” Carlo Fazio e il coordinatore nazionale di “Giovane Avanti!” e sindacalista Riccardo Imperiosi. In apertura di lavori, il primo saluto è stato quello del segretario nazionale FGS Enrico Maria Pedrelli.
“Mi sono presentato dimissionario – ha affermato Carramusa durante la sua relazione – per responsabilità politica. La vecchia mozione era ormai stata travolta dallo tsunami del 25 settembre. Prima avevamo degli interlocutori, nazionali e locali, riconoscibili e autorevoli, come Riccardo Nencini e Fausto Longo. Oggi non c’è più nulla”.
Per il segretario riconfermato è quindi necessario “…prendere atto della catastrofe politica e ridefinire meta e percorso. Noi come FGS siciliana lo facciamo. I responsabili del disastro delle politiche, delle regionali e delle comunali, che dovrebbero farlo, no. Ma noi siamo Socialisti, non siamo amebe”.
Rilancia anche sull’autonomia della FGS, sottolineando che “… non è la tessera del PSI a dare la patente di socialista, anzi spesso è il contrario”.
Per il segretario dei giovani socialisti siciliani serve una nuova classe dirigente, perché “l’attuale ha fallito su tutta la linea, e ha sostituito il pluralismo confederale e socialista con soliloqui autoreferenziali e auto-assolutori, vedendo in chi ha un pensiero differente un nemico da zittire e non un compagno con cui confrontarsi. Spesso travisandone il pensiero, le parole e le posizioni”.
Per Carramusa quello “… non è socialismo. E presto o tardi ci saranno altri che lo capiranno”. Ha inoltre aggiunto, in chiusura, che “… il nostro riferimento politico dobbiamo essere noi stessi e i grandi socialisti del presente e del passato. Dobbiamo ereticamente dettare la linea, non inseguire. Per superare il lutto della diaspora dobbiamo essere confederali. Noi della FGS lo siamo realmente. Il partito, invece, è morto”.
Tra segreteria regionale e direzione, dieci i membri in tutto. Accanto a Carramusa, confermata come vicesegretaria regionale la giovanissima catanese Diana Puglisi. Entrano in segreteria, con varie deleghe, anche l’avvocato Francesco Monteverde, la dottoressa Fabiana Gattuso, Fabio Costanzo, Eugenia Cherta e Daniele Deninis. Una segreteria molto inclusiva, in cui sono rappresentati equamente uomini e donne, etero e mondo LGBTQIA+ e che raccoglie persone dai 16 ai 31 anni. Anche i territori sono equamente rappresentati: province di Palermo, Catania, Trapani e Agrigento, sia per aree urbane che per aree interne, in rappresentanza dei circoli attivi.
A integrazione e rappresentanza dei territori, nella direzione regionale eletti anche Alessandro Antonino Lucido, Giorgio Lupo e Manuel Ricchiuto.
Il mandato congressuale prevede, come primo atto, l’integrazione della mozione con un documento politico sullo stato della Sicilia e su ciò che è necessario cambiare. Il documento, già in preparazione, sarà oggetto della prima delibera della direzione regionale, già prevista entro metà febbraio.
“Sono onorato di questa riconferma” ha scritto Carramusa sui suoi social. “La FGS non è una giovanile di partito, ma una realtà politica confederale seria ed autonoma. Abbiamo rapporti, collaborazioni, partnership, dialogo, battaglie comuni, cammini condivisi con tante realtà”.
“Con la nostra dignità politica, e anche con la nostra coerenza e caparbietà, abbiamo costruito e continuiamo a costruire una realtà politica solida. Al fianco di tutti quelli che sono stati lasciati indietro da una società capital-corporativa e patriarcale: braccianti, lavoratori precari, donne, lavoratori dello spettacolo, studenti, popolo delle partite Iva, disoccupati, mondo LGBTQIA+, disabili, poveri eccetera”, conclude.