E’ di qualche giorno fa la notizia del ritrovamento nel leccese, più precisamente a Castro di una delle più straordinarie scoperte dell’archeologia recente: una zona di trecento metri quadrati che ospiterebbero i resti del tempio di Atena.
Il luogo, per gli esperti, dell’approdo nel nostro paese di Enea. Dopo la sua fuga da Troia, la tradizione ci ha sempre consegnato un approdo dell’eroe greco-romano sulle coste laziali. Castro getterebbe quindi nuova luce sulla vicenda.
Giulio Guidorizzi, esperto di Letteratura Greca ed Antropologia del mondo antico, ci introduce con grande autorevolezza nel suo libro pubblicato recentemente dalla Società Editrice Il Mulino. Un’opera magnificamente illustrata nella collana “Grandi Illustrati” della società bolognese.
Una storia delle origini, una storia del suo simbolismo. Nel caso della città eterna, il numero sette ha sicuramente un grande valore simbolico: sette saranno i suoi re, sette i suoi numeri, sette i suoi colli.
Da quella data del 21 aprile 753 a.c.si dipana una storia genealogica e politica di grande respiro in un susseguirsi di sperimentazioni nuove: monarchia, repubblica, impero.
La conservazione del potere e del dominio. I primi latini sembrano avere velleità più stanziali che migratorie. Si sentono “Gente di Pianura”, si sentono essenzialmente “contadini di loro stessi”. A differenza dei greci non possono ammantarsi di chissà quali glorie e di chissà quali miti. Si dovranno inventare Quirino, eponimo dei Romani.
Un percorso comunque che li porterà lontano. Oggi potremmo dire: umile nascita ma grande destino!