Più di 300 persone sono rimaste ferite negli scontri tra la polizia israeliana e manifestanti palestinesi fuori dalla moschea di al-Aqsa a Gerusalemme lunedì, mentre Israele celebrava l’anniversario della sua cattura di parti della città durante una guerra del 1967.
La polizia ha sparato gas lacrimogeni, granate assordanti e proiettili di gomma contro centinaia di palestinesi che hanno lanciato pietre contro di loro contro un luogo sacro sacro per musulmani ed ebrei, hanno detto testimoni.
La Società Palestinese della Mezzaluna Rossa ha detto che almeno 305 palestinesi sono rimasti feriti e 228 di loro sono stati portati in ospedale, con molti in condizioni critiche. La polizia ha detto che 21 agenti sono rimasti feriti.
Al-Aqsa, che è il terzo luogo più sacro dell’Islam, è stato un punto focale di violenza a Gerusalemme durante il mese sacro musulmano del Ramadan. Le tensioni sono state particolarmente alte a causa dei previsti sgomberi di diverse famiglie palestinesi da un quartiere di Gerusalemme est.
Gli scontri hanno sollevato preoccupazioni internazionali per un conflitto più ampio. La Casa Bianca aveva invitato Israele a garantire la calma durante il “Jerusalem Day”, la sua celebrazione annuale della cattura di Gerusalemme est e della Città Vecchia fortificata che ospita i luoghi sacri musulmani, ebrei e cristiani.
Nel tentativo di alleviare la situazione, la polizia israeliana ha vietato ai gruppi ebrei di pagare le visite del Jerusalem Day alla piazza santa che ospita al-Aqsa, e che gli ebrei venerano come il sito dei templi ebraici biblici.
La polizia ha anche cambiato il percorso di una tradizionale marcia del Giorno di Gerusalemme, in cui migliaia di giovani ebrei che sventolano la bandiera israeliani camminano attraverso la Città Vecchia, in modo da aggirare la Porta di Damasco fuori dal quartiere musulmano, che è stato un punto critico nelle ultime settimane.
La violenza nel complesso sacro è diminuita diverse ore dopo e testimoni hanno detto che la polizia israeliana si è ritirata e ha iniziato a consentire l’ingresso ai palestinesi di età superiore ai 40 anni, ritenuti meno propensi a prendere parte agli scontri.
In dichiarazioni pubbliche, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele è determinato a difendere la legge e l’ordine a Gerusalemme preservando “la libertà di culto e la tolleranza per tutti”.
Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente palestinese Mahmoud Abbas, ha accusato le “forze di occupazione israeliane” di aver condotto un “brutale raid” ad al-Aqsa.
Israele considera tutta Gerusalemme come la sua capitale, compresa la parte orientale che ha annesso con una mossa che non ha ottenuto il riconoscimento internazionale. I palestinesi vogliono che Gerusalemme est sia la capitale di uno stato che cercano nella Cisgiordania e Gaza occupate.
Con le tensioni alimentate anche dai previsti sgomberi dal quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est, il procuratore generale di Israele si è assicurato il rinvio domenica dell’udienza della Corte Suprema lunedì nel caso di lunga data.
Un tribunale di grado inferiore si era pronunciato a favore della rivendicazione dei coloni ebrei sulla terra su cui si trovano le case dei palestinesi, una decisione vista dai palestinesi come un tentativo da parte di Israele di cacciarli dalla Gerusalemme contestata.