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Operatori sanitari, una legge a tutela della categoria

by Freelance

Continua il lavoro per tutelare gli operatori sanitari dalle violenze in corsia. Nei giorni scorsi è stato raggiunto un importante risultato dalle Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera riguardante il disegno di legge sulla sicurezza degli operatori sanitari e socio-sanitari.

Ma è ancora necessaria un’ultima accelerazione per poter avere finalmente una legge su questo tema così importante e delicato. Il provvedimento approvato centra l’obiettivo di tutelare gli operatori, grazie all’inasprimento delle pene, anche senza riconoscere loro la qualifica di pubblico ufficiale. Nel provvedimento varato è stato deciso di dare agli operatori tutti i vantaggi della qualifica di pubblico ufficiale (procedibilità d’ufficio, inasprimento delle pene), senza tutti gli oneri che comporta questo livello.

Inoltre è previsto che le aziende sanitarie abbiano l’obbligo di costituirsi parte civile nei processi di aggressione nei confronti dei propri operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni. In sostanza, quando la legge sarà approvata, chiunque farà violenza a un operatore sanitario o sociosanitario, in qualsiasi luogo stia lavorando, incorrerà nelle medesime pene previste per l’aggressione a un pubblico ufficiale. Questo provvedimento, una volta approvato in via definitiva, sarà il più importante deterrente che speriamo possa finalmente arginare questa lunga spirale di violenza verso chi si prende cura di noi.

Intervenire con norme restrittive è necessario in attesa di una vera e propria inversione culturale che ponga e ristabilisca nell’opinione pubblica l’importanza e l’autorevolezza di chi si adopera con costanza e impegno quotidiano per la salute pubblica, in condizioni spesso di difficoltà.

Difficoltà ignorate dalla gran parte dell’opinione pubblica abituata a usufruire abitualmente dei servizi gratuiti del Servizio sanitario nazionale. Far conoscere ai cittadini il funzionamento del Ssn, i suoi costi reali, i suoi limiti oggettivi resta l’approccio ideale migliore affinché siano gli stessi pazienti (e i loro famigliari) a essere i primi collaboratori degli operatori sanitari. Tuttavia, in attesa che questo passaggio culturale avvenga, è apprezzabile lo sforzo del legislatore di intervenire a tutela dei suoi operatori e della serenità dell’intero sistema.

Francesco Caroli (tecnico di laboratorio biomedico – Ordine TSRM e PSTRP di Milano)

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