Home Attualità Open Arms. Il “martirio” di Salvini continua, è il momento di Richard Gere

Open Arms. Il “martirio” di Salvini continua, è il momento di Richard Gere

by Nik Cooper

Matteo Salvini, leader della Lega, ha affermato che un processo in cui deve affrontare l’accusa di rapimento per aver rifiutato di far attraccare una nave di migranti nel paese nel 2019 è ridicolo, quasi quanto la richiesta dell’accusa di chiamare l’attore di Hollywood Richard Gere a testimoniare.

Salvini, che all’epoca era ministro dell’Interno italiano, è comparso sabato alla seconda udienza di un processo nel capoluogo siciliano Palermo, dove il tribunale ha approvato un elenco di testimoni.

I testimoni includono l’ex primo ministro italiano Giuseppe Conte, altri importanti politici italiani e l’attore di Hollywood Richard Gere, che all’epoca era in Italia e si unì alla ONG spagnola Proactiva Open Arms – che gestiva la nave di soccorso – per consegnare cibo alle persone a bordo.

“Ora dimmi quanto è serio un processo in cui Richard Gere viene da Hollywood per testimoniare quanto sono cattivo”, ha detto Salvini.

Proactiva Open Arms ha detto al tribunale che Gere potrebbe fornire un resoconto diretto delle condizioni a bordo della nave, che è rimasta bloccata al largo dell’isola italiana di Lampedusa per 19 giorni prima che i pubblici ministeri ordinassero l’evacuazione delle persone a bordo. Non è chiaro se Gere comparirà di persona per testimoniare al processo.

Salvini, che ha costruito gran parte della sua fortuna politica su una campagna anti-immigrazione, ha detto di aver semplicemente fatto il suo dovere di ministro.

Che per quanto si possa essere contrari alla sua politica, in questo caso non è stato commesso nessun illecito che abbia privilegiato lo stesso Carroccio, se non per fini elettorali.

Inoltre perseguitarlo per un’azione voluta da tutto il suo elettorato non fa altro che creare ancora di più barricata intorno a Salvini che verrà visto come un martire da tantissime persone.

Anche se è eticamente o moralmente è sbagliato, se un politico viene chiamato ad assumere una determinata posizione dai suoi elettori è giusto che esso la perseguiti sempre tenendo conto della Legge. E’ il suo mestiere.

“Difendere i confini, la sicurezza, l’onore e la dignità di un Paese non è solo un dovere di un ministro, ma è un dovere di tutti”, ha affermato. “Essere processato solo per aver fatto il mio dovere è surreale”, ha detto.

“Una barca spagnola che si rifiuta di andare in Spagna commette un abuso”, ha aggiunto. “Se la Spagna dà la bandiera a barche che non riesce a controllare, allora c’è un problema”.

Anche se la figura del paladino che combatte contro il male non gli si addice molto a Salvini, il tempo sprecato a cercare un cavillo per buttare in cella l’ex ministro della Lega è l’ennesima caccia alle streghe della magistratura; che sta ancora contando le spese della battaglia legale contro Berlusconi e le ragazzine che lo raggiravano chiamandolo “papi”, per qualche soldo e per ambire all’alta società.

Salvini rischia fino a 15 anni di carcere se riconosciuto colpevole al termine di un lungo processo giudiziario in tre fasi che ha il sapore di carognata.

Una condanna definitiva potrebbe escluderlo dalla futura carica di governo. La corte ha fissato un’ulteriore udienza il 17 dicembre.

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