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Onu e Oms lanciano alleanza internazionale per accelerare vaccino contro Covid-19

by Redazione

L’Onu e l’Oms hanno lanciato un’alleanza internazionale per accelerare lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di un vaccino contro SarsCoV2, invitando i leader di tutto il mondo, le organizzazioni internazionali e il settore privato a scendere in campo uniti verso lo stesso obiettivo. Il nuovo coronavirus “è una minaccia comune che può essere sconfitta soltanto con un approccio comune” ha ribadito il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Nessuno è salvo se non lo sono tutti” ha sottolineato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.

Anch l’Italia ha aderito al progetto per accelerare lo sviluppo di un vaccino contro il coronavirus insieme agli altri partner mondiali. “L’Italia è dall’inizio in prima linea in questa battaglia. Abbiamo imparato sulla nostra pelle che il virus non conosce confini”, ha chiarato il premier Giuseppe Conte alla conferenza stampa virtuale per la presentazione dell’iniziativa, dedicandola “a chi a causa del virus ha perso la vita e ai nostri eroi, dottori e medici. Il loro sforzo – ha aggiunto Conte – non sarà vano”.

“Sconfiggeremo il virus solo se uniremo le forze e costruiremo un’alleanza potente”, queste le parole della cancelliera tedesca Angela Merkel. Mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha detto: “Sarebbe inspiegabile e imperdonabile se fosse accessibile solo nel Paese in cui è stato trovato. Quando vinceremo questa battaglia dovremo renderlo disponibile il più velocemente possibile per tutte le popolazioni”.

L’incertezza sul “passaporto di immunità”

In un documento appena pubblicato l’Oms ricorda che non ci sono ancora prove scientifiche che le persone che sono guarite dal Covid-19 abbiano anticorpi che proteggono da una seconda infezione. “A questo punto della pandemia non ci sono abbastanza evidenze sull’efficacia dell’immunità data dagli anticorpi per garantire l’accuratezza di un ‘passaporto di immunità’ o un ‘certificato di libertà dal rischio’” scrive l’Oms. 

Arcuri: “Dal 4 maggio partiranno 150mila test sierologici”

Chiusa la gara per i test sierologici

La gara per i test sierologici si è conclusa oggi, quattro giorni prima del previsto e vi hanno partecipato 72 aziende. Lo ha annunciato il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, nella conferenza stampa di questa mattina alla Protezione civile. “Dal 4 maggio potremmo iniziare l’indagine sui primi 150mila cittadini organizzati in un campione che abbiamo strutturato insieme all’Inail e all’Istat per anagrafe, zona, censo – ha spiegato Arcuri – e il vincitore non solo è quello che ha confermato di avere l’insieme degli otto requisiti di qualità che il Comitato tecnico-scientifico aveva posto alla base di questa gara, ma ha deciso che questi test debbano essere offerti a titolo totalmente gratuito. Dunque siamo riusciti a ottenere la migliore offerta sul mercato oggi esistente e contemporaneamente a non gravare sulle casse dello Stato”.  

L’app per il contact-tracing

Per quanto riguarda l’app il commissario ha sottolineato: “Non solo sarà pubblica, italiana e rispetterà tutte le norme sulla privacy, ma progressivamente arriverà a essere costruita intorno al diario sanitario di tutti i cittadini che intenderanno utilizzarla e quindi sarà uno strumento non solo di informazione e alert ma di politiche sanitarie da remoto”. 

La disponibilità di mascherine nelle regioni

“Le Regioni hanno dichiarato di avere una disponibilità di 47 milioni di mascherine nei loro magazzini. Quindi siamo pronti a distribuire tutte le mascherine che serviranno a gestire la fase 2” ha fatto sapere Arcuri durante la conferenza stampa.

La necessità di investire nella produzione interna di dispositivi di protezione individuale (dpi)  

“Un grande Paese non può dipendere per sempre dalle importazioni e dalle guerre commerciali – ha rimarcato Arcuri -. Noi siamo un Paese del G7, la seconda manifattura d’Europa e mai come in questo periodo abbiamo dimostrato di essere un Paese straordinario: con Cura Italia Incentivi ieri sera erano 106 le imprese che hanno ricevuto l’approvazione del loro programma di investimento, 5 hanno già sottoscritto con i nostri uffici un contratto e ci stanno rifornendo delle loro mascherine. Inoltre – ha concluso – abbiamo sottoscritto un accordo con due grandi imprese italiane che stanno producendo 51 macchine utensili che serviranno a produrre da 400mila a 800mila mascherine al giorno: dunque non solo la riconversione o l’implementazione di nuovi impianti con Cura Italia, ma anche l’acquisto da parte dello Stato delle macchine che servono a produrre questi dispositivi. Arriveremo a produrne almeno 25 milioni al giorno. Insomma, lo Stato c’è ed è tornato a investire con forza in uomini, strutture, tecnologie e dotazioni con un semplice obiettivo, quello di garantire a tutti i cittadini un diritto fondamentale scolpito nella Costituzione: la salute”.

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