Home Senza categoria Onoriamo il 25 Aprile nel suo settancinquesimo anniversario. Una Festa di Libertà di tutti gli Italiani.

Onoriamo il 25 Aprile nel suo settancinquesimo anniversario. Una Festa di Libertà di tutti gli Italiani.

by Bobo Craxi

DI BOBO CRAXI

Dobbiamo nel 75° Anniversario della Liberazione ricordare le pagine di quell’epopea per esaltare ancora oggi i valori di pace e di libertà che i suoi protagonisti riportarono nella storia del popolo e della nazione italiana.
Lo dobbiamo fare non per rinfocolare sentimenti di odio e divisioni fra gli italiani,ma perché riteniamo che la libertà e la pace acquisiti un tempo siano oggi patrimonio ai quali si ispirano comunemente gli italiani di tutti gli orientamenti politici democratici.
Sulle basi di quella libertà l’Italia ha compiuto un grande progresso ed ha conseguito l’approdo ad una vita democratica che continua a fare di essa una delle Nazioni più libere al Mondo. Ed è una libertà alla quale non intendiamo rinunciare; sebbene le costrizioni di questi giorni, drammatiche ed eccezionali potrebbero farci pensare altrimenti.
Voglio ricordare il 75º anniversario della Liberazione con il sentimento che lega un Socialista alla storia di tanti che diedero un contributo essenziale a quella lotta nella quale trovarono la morte tanti giovani.
Lo ricordo da nipote di partigiani, entrambi si chiamavano come me, che presero parte ad essa svolgendo una funzione di raccordo politico importante fra i gruppi e le fazioni, che componevano il Comitato di Liberazione ed anche azioni di sabotaggio nelle fabbriche e nei depositi aziendali ferrotranviari.
Fu Sandro Pertini uscito dagli anni di carcere che assunse nell’autunno del 1944 la guida dei socialisti impegnati nella lotta clandestina a Milano. Teneva le riunioni dei gruppi clandestini socialisti (molti delle quali nell’ufficio del nonno) per preparare e stabilire l’apporto socialista al piano insurrezionale.
Fu nella mattina del 25 Aprile che alla testa di un gruppo di partigiani la compagna di Sandro, Carla Voltolina, partì dalla fabbrica dell’Ansaldo alla volta di Piazza del Duomo dove Pertini tenne in quello storico giorno un celeberrimo comizio insurrezionale.
Noi manteniamo gratitudine verso quegli uomini che come disse Pietro Nenni : “ vollero vincere, seppero vincere e vinsero la lunga lotta per riconquistare la libertà”.
La Lotta di Liberazione Nazionale dal Nazi-Fascismo fu il colpo di grazia dato ad un regime che aveva trascinato il nostro paese nella guerra dove trovarono la morte quasi mezzo milione di italiani, una guerra perduta tragicamente e che determinó le condizioni affinché una parte, quella più coraggiosa della società civile ,si auto-determinasse al fine di ricostruire il paese in una sua cornice democratica e successivamente repubblicana.
Lo spirito Risorgimentale,che aleggiava in quel moto insurrezionale, produce e promuove oggi l’idea che la Festa della Libertà mantenga il suo significato più profondo , il più possibile unitario, ben sapendo che non è possibile parificare le ragioni di coloro che si sono combattuti anche in un aspro confronto civile. Tuttavia una memoria deve essere capace di elaborare il lutto del passato, senza nulla rimuovere, restituendo a quegli eventi il ruolo essenziale e necessario per il ritorno ad un’agognata libertà e democrazia.
Per questa ragione la resistenza e la liberazione devono mantenere il proprio filo di continuità con le tappe essenziali nella costruzione della Storia Nazionale, che dalla sua unità, passando attraverso i due tragici conflitti mondiali, vedono la data del 25 Aprile come una significativa catarsi che ha riconquistato libertà e democrazia oggi valori e patrimoni condivisi da tutti gli Italiani, nessuno escluso.
Vogliamo infine ricordare in questa occasione i tanti martiri della Lotta di Liberazione e coloro che nella buia parentesi totalitaria, trovarono la morte o patirono il carcere per essersi opposti con le proprie idee al regime.
Dal primo assassinio politico della Storia Parlamentare, quello di Giacomo Matteotti martire socialista indimenticato, alle giovani vittime del 43/44, che combatterono nella lotta clandestina e che trovarono una morte tragica. Fu il caso del giovane figlio di Greppi, primo Sindaco Socialista del dopoguerra, “Mariolino” il suo nome di battaglia nelle Brigate Matteotti, che cadde in un’imboscata di due spie della questura milanese e per sottrarsi alla cattura fuggí, in Viale San Michele del Carso a poche centinaia di metri dalla mia vecchia casa milanese, fu trucidato alle spalle dai sicari fascisti. Aveva 22 anni.
É nella memoria di questi eroi tragici che oggi osserviamo il ricordo devoto ed al tempo stesso manteniamo la salda consapevolezza che solo attraverso il sacrifico umano sia stato possibile creare una società più libera e più giusta. Un immenso patrimonio di valori che le vecchie generazioni ci hanno consegnato e che noi vogliamo mantenere tale, e consegnarlo a nostra volta alle future generazioni.
Un Buon 25 Aprile a tutti!

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