Dopo la crisi causata dall’epidemia, dai blocchi e l’ipotesi di una rivoluzione climatica, con l’innegabile rischio di creare ulteriori disparità economiche e sociali, arriva un inquietante rapporto da Save the Children: Oltre 2 milioni di bambini muoiono ogni anno a causa della malnutrizione, 1 ogni 15 secondi.
“Il pianeta – dice l’Ong – sta affrontando la più grave emergenza alimentare del 21° secolo. Le aree del mondo in “emergenza fame” sono sempre più ampie e diffuse e la malnutrizione colpisce centinaia di milioni di bambini”.
Come è stato evidenziato, le ragioni di questo aumento sono diverse. “In particolare – dice Save the Children – l’aggravarsi dell’insicurezza alimentare può essere attribuito al maggior numero di conflitti e ai sempre più ricorrenti effetti della crisi climatica che minano i mezzi di sussistenza delle famiglie. A questo si aggiunge la pandemia data dal Covid-19. Ad oggi, nel mondo, oltre 40 milioni di persone sono a livelli di insicurezza alimentare di “crisi” o di “emergenza”. La situazione è in rapido peggioramento in 16 Paesi in Africa, 4 in America Centrale e 3 in Asia. Nel totale sono circa 5,7 milioni i bambini sotto i cinque anni che sono sull’orlo della fame, oltre il 50% in più rispetto al 2019. Basta un ulteriore piccolo passo e in alcune aree del mondo da una situazione di crisi ed emergenza e si consumerà una catastrofe”.
I dati parlano chiaro e “si stima che nel 2020 il 12% (dall’8,4% del 2019) della popolazione mondiale abbia vissuto uno stato di grave insicurezza alimentare, circa 928 milioni di persone, 148 milioni in più rispetto al 2019”.
“Nel settembre 2015 – sottolinea l’organizzazione non governativa – 193 leader mondiali sottoscrissero un impegno per il raggiungimento di 17 obiettivi globali per lo sviluppo sostenibile. Il secondo obiettivo intendeva, entro il 2030, porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione, promuovendo l’agricoltura sostenibile. A causa della crisi in corso e se non si interverrà con decisione l’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite di raggiungere “Fame Zero” entro il 2030 diventerà sempre più lontano e verrà mancato con un margine di quasi 660 milioni di persone”.
“Si stima che 710 milioni di minori vivano nei 45 Paesi a più alto rischio di subire l’impatto della crisi climatica. Inondazioni, siccità, uragani e altri eventi meteorologici estremi avranno un impatto particolarmente profondo sui bambini vulnerabili e sulle loro famiglie. I più piccoli, ad esempio, rischiano di soffrire la carenza di cibo, malattie e altre minacce per la salute, come la scarsità o l’innalzamento del livello dell’acqua o una combinazione di questi fattori. Anche i bambini, le bambine e le/gli adolescenti nei Paesi considerati a “basso rischio” devono affrontare minacce, ad esempio causate da incendi boschivi,
inondazioni, siccità e altri eventi meteorologici irregolari”.
La pandemia
“Con l’arrivo della pandemia da Covid-19, si può senz’altro immaginare come, sistemi sanitari ed economie già fragili siano stati messi a dura prova per affrontare questa nuova sfida. Il calo dei redditi e la successiva crisi economica prevista provocheranno delle reazioni a catena il cui impatto sarà ancora più evidente negli anni a venire. Oggi, quindi, il binomio fame nel mondo e Covid-19 sta mettendo in serie difficoltà soprattutto le persone più vulnerabili, condizionando anche il loro futuro”, si spiega nel rapporto. “La chiusura delle scuole, inoltre, a causa del Covid-19, spesso unico luogo dove i bambini riuscivano ad avere un pasto sicuro, ha avuto un impatto enorme sulla possibilità per i bambini di accedere a cibo a sufficienza: si calcola che circa 370 milioni di bambini in tutto il mondo non hanno avuto accesso ai pasti a scuola”.
Crisi alimentare
La situazione è catastrofica, “la fame è causa e conseguenza di conflitti. Si stima che il 60% delle persone e l’80% dei bambini che soffrono la fame nel mondo viva in Paesi in cui vi sono conflitti in corso, la maggior parte dei quali è causato da controversie sul cibo, sull’acqua o sulle risorse necessarie per produrli. I bambini e le bambine che vivono in queste aree hanno fino a tre volte in più la probabilità di essere malnutriti rispetto a quelli che vivono in aree più stabili”, conclude la nota.
Insomma, il rapporto è disastroso e la rivoluzione green, insieme alla crisi del covid e dei beni alimentari, fa presagire ancora rallentamenti sulle ripartenze di gran parte delle economie globali.
Il nuovo cambiamento millantato da tempo e che si vuole tentare di fare da poco procede a rilento, a tentoni e in maniera superficiale, nonostante si stia decidendo per il destino dell’intera umanità.
E’ davvero difficile da credere che si possa mettere fine a tutto ciò con “pagliacciate folkloristiche stile G20 o Cop26”. Serve una risposta massiccia mossa da grandi investimenti proprio da chi detiene gran parte delle ricchezze mondiali. Tutto il resto è solo: fuffa e propaganda!