A distanza di quasi quaranta anni, la Procura generale di Bologna ci riserva la sua verità sulla strage più terribile della nostra storia. Vengono indicati dunque come mandanti occulti dell’attentato di Bologna personaggi che già ricorrono continuamente nelle vicende più torbide e terribili che hanno sconvolto il nostro paese.
Sono chiamati infatti in causa nell’avviso di conclusioni indagini Licio Gelli, maestro venerabile della P2, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti massoni iscritti alla loggia “Propaganda 2” che aveva progettato, tramite il piano di rinascita nazionale, di modificare in senso autoritario l’ordine democratico nella nostra penisola.
Si parla nuovamente della commistione e della collusione tra pezzi dei servizi segreti, frange del terrorismo nero e massoneria deviata in una trama perversa che puntava, con l’esplosione di bombe, a condizionare la vita del paese nell’ambito della strategia della tensione che ha insanguinato l’Italia dal dopoguerra sino agli anni Ottanta.
Ma emerge in questa inchiesta anche l’enorme flusso di danaro che Gelli e Ortolani, mandanti finanziatori, hanno destinato indirettamente al gruppo dei Nar e, quindi, a D’Amato e Tedeschi, mandanti organizzatori.
Una strage che sarebbe stata preparata nel febbraio del 1979 e finanziata su conti UBS di Ginevra riconducibili a Licio Gelli e Umberto Ortolani. Tutto si evince da un fascicolo di un manoscritto relativo al crac del Banco Ambrosiano dove c’è un”documento Bologna 525779-XS” con un numero corrispondente a un conto corrente del venerabile di Arezzo. Sono stati individuati gli esecutori materiali Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini appartenenti ai Nar. I primi tre condannati in via definitiva e l’ultimo condannato all’ergastolo il mese scorso.
Poi appaiono le figure inquietanti di agenti segreti del Sisde, compromessi nei soliti depistaggi ed emerge anche la figura dell’amministratore del condominio di via Gradoli 96 dove si nascondevano le Brigate Rosse che rapirono e uccisero Aldo Moro e lo stesso personaggio sarebbe colui che avrebbe avuto un ruolo di primo piano nell’allestimento dei covi dei Nar.
Ancora si dovrà capire se queste accuse siano veritiere e se veramente l’Italia ha vissuto un angoscioso incubo in cui tutti le stragi avevano la regia di poteri occulti. Naturalmente la tempistica dell’inchiesta è letteralmente tardiva e lascia tante perplessità e amarezza tenuto conto che i quattro personaggi indicati come mandanti sono morti.
Ma quello che affiora ancora una volta è il ruolo di alcuni esponenti degli apparati di sicurezza dello Stato che invece di pensare a proteggere i cittadini hanno contribuito a destabilizzare il paese. Così, mentre la classe politica dirigente che doveva vigilare, controllare e indirizzare il funzionamento della democrazia era assolutamente assente, passiva e inerte, alcune personalità fungevano da collante tra le istituzioni deviate e i bombaroli stragisti i quali hanno tentato di distruggere la democrazia.