Dopo l’immenso turbinio, mosso da emergenza e polemiche, che ha sconvolto la città di Napoli; ecco che si propone il nome di un altro magistrato, come possibile candidato del centrodestra, da opporsi all’ex magistrato sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
A Napoli, e forse in Italia, i partiti sono in ritirata e, così, si affidano a questi nomi della provvidenza divina, pardon giudiziaria.
Ora tocca sentire che Catello Maresca non disdegna di scendere in campo. Allora, la voce circola nei vicoli di Napoli, e alla domanda sulla sua probabile candidatura, lui, risponde di ricevere molti inviti. E poi avanti con un’altra domanda: ‘Con chi si candiderà?’ e con bieca ipocrisia risponde: «Se dovesse essere, sarei comunque il candidato di tutti i napoletani».
Il caso in oggetto è quello del sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello di Napoli, Catello Maresca. Non si tratta di un pensionato o un «fuori ruolo», ma di un magistrato di ruolo.
Per ora si limita a non nascondere di ambire ad un’altra notorietà. In passato, si era già fatto il suo nome quando il centrodestra era alla ricerca di un possibile antagonista da schierare contro De Luca. Ma adesso, il ruolo da assumere è diverso e, a Napoli, lo si propone come successore di de Magistris per una strenue lotta magistrato vs magistrato.
Berlusconi lo sponsorizza superando per un momento la sua allergia ai magistrati e affermando, nel corso di una iniziativa di partito, che è l’unico candidato venuto fuori dalle consultazioni con gli altri leader della destra e che è «una brava persona, piena di buon senso», ma che comunque ha «poca attitudine all’amministrazione».
Allora, iniziano i colloqui e i confronti per decidere se sia lui la figura giusta da portare avanti per il centro destra; ma, nella attesa, tutti ne parlano. Nel frattempo il magistrato non disdegna una probabile vita pubblica e, senza perdere tempo, rilascia un’intervista al Mattino.
Al solito escono sempre delle bellissime allusioni e intenzioni oltre alle malcelate aspirazioni «sarò il candidato di tutti i napoletani». Al solito siamo alla pantomima di paradossi che si incontrano e si incrociano. Non si nega e non si ammette, anche se umilmente dice di non avere una buona conoscenza dei quartieri napoletani in cui «non è mai stato». Ma questa è tutta un’altra storia.