Home Cronaca Molfetta: Maxi sequestro da 50 milioni ad un ex narcotrafficante

Molfetta: Maxi sequestro da 50 milioni ad un ex narcotrafficante

by Rosario Sorace

Ci sono personaggi che improvvisamente posseggono grandi ricchezze e diventano imprenditori di primo piano, mentre in realtà fondano i loro successi sull’illecito.

E’ quello che potrebbe essere successo a Bari dove si è proceduto ad un maxi sequestro da 50 milioni di euro a un imprenditore di Molfetta che, secondo gli inquirenti, risulta essere un ex narcotrafficante.

Dalle ricostruzioni fatte questa persona ha avuto la possibilità di accumulare un “gruzzoletto” per la sua azienda mediante una “fruttuosa carriera criminale” negli Anni 90.

Tra i beni sequestrati sia annoverano anche 16 fabbricati, 4 terreni, 5 società, 6 veicoli e una imbarcazione da diporto. Poi anche 11 conti correnti e quote partecipative a un fondo di investimento.

Beni per 50 milioni di euro che i carabinieri di Bari hanno sequestrato a Giuseppe Manganelli,52 anni, assai noto imprenditore di Molfetta.

L’uomo aveva scontato 12 anni di carcere per rapina, traffico di droga ed estorsione e aveva costruito il suo impero nel settore edile con capitali di provenienza illecita.

Dalle indagini che sono state coadiuvate dalla Direzione distrettuale antimafia si sono individuati ben 16 fabbricati e anche la villa, vista mare, dove Manganelli risiede tutt’ora.

Poi, appunto, terreni per un totale di circa 5mila metri quadri, 5 società tra le quali la più nota, Unione Petroli srl, che producevano un fatturato annuo di circa 20 milioni di euro, 6 veicoli e una imbarcazione da diporto.

Il provvedimento di sequestro è stato firmato da Giulia Romanazzi, presidente della sezione specializzata del Tribunale che ha rilevato “l’elevata pericolosità sociale” del pregiudicato.

Queste “cospicue somme di denaro” sono state accumulate grazie a una “fruttuosa carriera criminale” negli Anni 90, quando vi fu il suo coinvolgimento nelle note operazioni giudiziarie Reset e Primavera. Tra le sue attività risultano anche narcotraffico ed estorsione.

Per evitare sospetti, i suoi investimenti nel settore edile sono stati avviati nel 2011 e sono stati svolti “anche grazie alla fittizia interposizione di alcuni prestanome”.

L’uomo ha costituito le prime società diversificando il suo campo d’azione, “con una operatività non più limitata al solo campo dell’edilizia, ma estesa anche al settore della distribuzione di carburanti“, attraverso un sistema di “scatole cinesi, messo in atto dall’imprenditore per occultare l’illecita provenienza della sua ricchezza finanziaria”.

“Un plauso alla magistratura e alle forze dell’ordine per l’azione di oggi a tutela della legalità – si è complimentato in tal modo il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini – Questa è la prova tangibile che lo Stato e le istituzioni lavorano quotidianamente contro ogni forma di illegalità. Qui le istituzioni operano in silenzio, ma sono vive e presenti”.

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