Home Cronaca Messina, Mafia: Sequestrati 100 milioni all’imprenditore Giuseppe Busacca

Messina, Mafia: Sequestrati 100 milioni all’imprenditore Giuseppe Busacca

by Rosario Sorace

Un importante provvedimento di sequestro beni per cento milioni è stato messo a segno dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Messina, su richiesta del Procuratore Maurizio De Lucia e del Questore.

L’imprenditore colpito è Giuseppe Busacca ed è relativo a proprietà, ad assetti societari, a cooperative sociali e ad aziende agricolo-faunistiche, a locali di pubblico intrattenimento, hotel, immobili, ville situati nell’area milazzese e nebroidea.

Giuseppe Busacca ha costruito un poderoso asset privato operando nella realizzazione di cooperative di assistenza ad anziani e disabili nel Messinese.

Oggi l’accusa che viene formulata dai magistrati è di avere incassato e reinvestito denaro illecito proveniente dal clan mafioso di Barcellona Pozzo di Gotto. Mentre nello stesso provvedimento è stato disposto il congelamento di somme di denaro depositati all’estero.

Questo maxi sequestro si originò da un’indagine che ha portato all’arresto e successivamente alla condanna in primo grado a 8 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa di ex consigliere comunale di Milazzo, Santo Napoli, di professione infermiere, che viene ritenuto dagli inquirenti vicino al clan dei barcellonesi.

In tale indagine venne fuori che vi erano dei rapporti tra Napoli e Busacca che risultavano soci nella gestione di diverse discoteche. Per gli inquirenti, Busacca gestiva “in modo criminale una rete di cooperative nel settore sociale”.

L’arresto dell’imprenditore è motivato anche da reati di estorsione e di una truffa in finanziamenti pubblici, con l’accusa di aver assunto alcune impiegate per ottenere contributi mentre poi le costringeva alle dimissioni.

Gli investigatori ritengono che i due soci avevano creato una “‘super-società di fatto‘ e strutture societarie piramidali destinate a dissimulare l’origine illecita dei capitali ed il loro reimpiego in attività economiche apparentemente lecite”.

Si sarebbero create delle cooperative sociali che hanno utilizzato i fondi pubblici assegnati e che solo tra gli anni 2000-2014, ci sono stati “introiti superiori ai 100 milioni di euro, successivamente riciclati nella casse sociali” .

E, quindi, si sono effettuati degli accertamenti patrimoniali ed è “stato possibile ‘ricostruire’ un ventennio di operatività mafiosa nel tessuto sociale ed economico mamertino, con diramazioni anche nel capoluogo, che, in virtù del provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, ha consentito, oggi, l’ablazione di 16 società, di capitali e cooperative sociali”.

Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare Antimafia, si è dichiarato soddisfatto per tale sequestro: “Questa mattina è stato inflitto un nuovo e importante colpo alla mafia.

Quello odierno è il risultato del brillante lavoro condotto dalla Divisione anticrimine e dal Servizio centrale anticrimine, nel quadro di una la più ampia strategia di contrasto avviata dalla Direzione Centrale Anticrimine. Questa è la dimostrazione che lo Stato ha gli strumenti e la forza per contrastare le mafie”.

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