Meloni si infuria e distrae sulle ingerenze straniere ma il suo inchino ai “padroni” è già avvenuto

Il primo ministro italiano in attesa di nomina, Giorgia Meloni, ha reagito con furia dopo che il ministro degli Affari europei francese, Laurence Boone, ha affermato che, dopo che il nuovo governo italiano prenderà il potere, la Francia controllerà lo stato di diritto in Italia.

In un’intervista al quotidiano la Repubblica, Boone ha dichiarato: “Vogliamo lavorare con la Roma ma controlleremo il rispetto dei diritti e delle libertà” e “presteremo molta attenzione al rispetto dei valori e dello stato di diritto. L’UE ha già dimostrato di essere vigile nei confronti di altri paesi come l’Ungheria e la Polonia”.

Meloni, che dovrebbe essere nominata primo ministro italiano dopo che la sua coalizione di destra ha ottenuto il 44% dei voti alle elezioni del 25 settembre, ha definito i commenti “una minaccia inaccettabile di ingerenza in uno stato sovrano”.

Il millantato sovranismo di Giorgia Meloni aveva illuso diversi elettori sul cambio di rotta nei confronti dell’Europa e delle pressioni americane sugli armamenti da inviare in Ucraina, ma, ancor prima di insediarsi, la leader di Fratelli d’Italia ha già garantito pieno sostegno a Kiev sul tema delle armi, senza alcuna strategia di pace, e ha già acconsentito a tutti i diktat di Washington e Bruxelles proseguendo la linea draghiana.

L’ingerenza straniera è insopportabile per uno Stato che si direbbe sovrano, almeno su carta. Ma Meloni sa benissimo che l’Italia non è uno stato che rivendica questo diritto e che gli interessi americani ed europei devono essere tutelati dai governi, anche andando contro le esigenze della nazione stessa.

Tuttavia Meloni ha già fatto il suo inchino a Washington e agli organismi internazionali, pur di governare, e, per distrarre l’opinione pubblica sulle sue reali intenzioni, ogni tanto becca qualche bontempone d’oltralpe che si immola in dichiarazioni cretine.

In questo Paese per governare, grazie al debito pubblico e agli interessi stranieri, bisogna fare il proprio inchino al sistema bancario; a meno che non si voglia realmente rivoluzionare il sistema. Ma non pare questo il caso.

“Voglio sperare che, come spesso accade, la stampa di sinistra abbia travisato le vere dichiarazioni dei funzionari del governo estero, e confido che il governo francese smentisca immediatamente queste parole, che somigliano troppo a minaccia inaccettabile di ingerenza contro uno Stato sovrano e un membro dell’Unione Europea”.

Meloni aveva già scatenato la sua collera dopo le dichiarazioni del premier francese Élisabeth Borne, che all’indomani dell’elezioni ha detto: “Non commento la scelta democratica del popolo italiano” ma allo stesso tempo la Francia deve essere attenta “a certi valori come come diritti umani e diritto all’aborto”.

Le relazioni tra Francia e Italia si sono rafforzate sotto la guida di Mario Draghi, con lui ed Emmanuel Macron che hanno firmato una partnership strategica e unendosi per proporre riforme alle regole fiscali europee.

Ma in un’intervista a Le Figaro prima delle elezioni, Meloni ha suggerito che il suo governo potrebbe sconvolgere i rapporti per mettere l’Italia al primo posto.

“Vogliamo un’Italia che conti di più, in un’Europa più equilibrata di quella che abbiamo visto in questi anni. L’Italia deve poter difendere i suoi interessi in Europa, come fanno Francia e Germania”, dice la leader di Fratelli d’Italia.

A parole è tutto semplice ma nei fatti sarà dura per la leader della coalizione di destra dimostrare il cambio di rotta. Si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera, ma non pare il caso di Giorgia Meloni.

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