A furia di emarginare è stata emarginata. E’ la triste storia della premier Giorgia Meloni che, dopo aver annunciato un sostegno senza precedenti all’Ucraina, omettendo anche di elencare gli aiuti inviati a Kiev ai suoi stessi cittadini, non è stata invitata alla cena di gala alla corte del presidente Macron a cui hanno partecipato Scholz, Zelensky e lo stesso presidente francese.
L’Italia è ritornata in secondo piano, grazie al suo nuovo presidente del Consiglio che, nonostante si vanti di essere una persona matura e professionale, non nasconde la sua frustrazione.
Infatti, giovedì il primo ministro italiano Giorgia Meloni si è scagliata duramente contro la Francia in occasione di un vertice dei leader dell’UE a Bruxelles, accusando i suoi omologhi francesi di non averla portata a un incontro con Volodymyr Zelensky a Parigi mercoledì sera.
Ancora più degno di nota, le sue osservazioni denigratorie sono state effettivamente spontanee, arrivando in risposta a una domanda su un argomento diverso, cioè, se ritenesse “inappropriato” che Francia e Germania abbiano rappresentato l’Europa durante una recente visita negli Stati Uniti per discutere della follia dei sussidi di Washington.
“Francamente, ho ritenuto che l’invito a Zelensky di ieri fosse più inappropriato”, ha ribattuto la premier.
“Penso che la nostra forza in questa materia sia la comunità e l’unità, e capisco le questioni politiche interne”, ha aggiunto.
“Ma ci sono momenti in cui il privilegio dell’opinione pubblica nazionale va a scapito della causa, e questo mi sembra essere stato uno di quei casi”.
Il duro rimprovero ha illustrato quanto siano diventate irritabili le relazioni tra Italia e Francia da quando l’estrema destra di Giorgia Meloni è entrata in carica lo scorso anno.
I due paesi hanno inizialmente litigato quando l’Italia ha reindirizzato una nave di soccorso che trasportava 230 migranti in Francia, rifiutandosi di farla attraccare.
All’epoca, il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin aveva avvertito di “conseguenze estremamente gravi” per le relazioni tra i due paesi e aveva detto che Parigi avrebbe sospeso i piani per accogliere i richiedenti asilo dall’Italia.
Tali tensioni chiaramente non si sono attenuate, il che sta diventando un problema per l’UE, soprattutto in materia di migrazione.
La Francia è vista come un ponte tra i paesi del sud dell’UE e il contingente settentrionale del blocco, che è più concentrato sull’applicazione delle norme in materia di asilo esistenti, impone alle persone di presentare domanda di asilo prima di arrivare in Europa.
I diplomatici a Bruxelles avevano sperato che la lite tra Italia e Francia fosse ricucita in tempo per l’importante discussione sulla migrazione durante il vertice dei leader dell’UE di questa settimana.
Ma segno che i rapporti sono ancora congelati, non c’era all’ordine del giorno nessun incontro bilaterale tra la Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron, hanno sottolineato i diplomatici.
Inoltre, ai giornalisti italiani con sede a Bruxelles non è stato detto in anticipo che il primo ministro italiano avrebbe rilasciato una dichiarazione prima del vertice, figuriamoci usare quella dichiarazione per castigare la Francia.
Ma in effetti Meloni non risparmia la frustrazione e rischiando un ulteriore deterioramento delle relazioni franco-italiane dice che i due paesi si sono scontrati a novembre, anche alcuni funzionari dell’UE erano pronti a riconoscere che Parigi aveva reagito in modo eccessivo, ma questa volta la colpa potrebbe essere della Meloni.
Alcuni diplomatici hanno sottolineato, dopo le osservazioni di giovedì, che sembrava troppo desiderosa di attirare l’attenzione, suggerendo che Parigi non stava cercando di snobbare nessuno.
Macron, parlando poi con i giornalisti, si è rifiutato di rispondere direttamente alla Meloni. Ma ha sostenuto che Francia e Germania “hanno un ruolo speciale da otto anni su questo tema”, dato che i due paesi hanno contribuito a mediare un accordo di pace ormai inutile dopo l’annessione della Crimea nel 2014 da parte della Russia.
Ha aggiunto: “Penso che spetti anche al presidente Zelensky apprezzare i formati che sceglie”.
E anche se la Meloni non si sarebbe lasciata coinvolgere dal viaggio franco-tedesco a Washington, i suoi ministri non hanno avuto simili titubanze. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti giovedì è stato citato dai media italiani e internazionali criticando lo sforzo.
“È un’iniziativa di due paesi, non un’iniziativa europea”, avrebbe detto. “Non siamo stati informati e questo non ci offende. Ci sorprende”.
Se l’Italia avesse fatto lo stesso, ha aggiunto, “questo governo sarebbe stato accusato di essere sovrano e antieuropeo. … Saremmo stati sotto processo”.
Nel tentativo di disinnescare le tensioni giovedì, un funzionario del ministro dell’Economia francese ha affermato che le due parti hanno concordato un incontro a Roma a marzo per discutere questioni economiche e cercare di accelerare il lavoro congiunto sulla questione.
Insomma, la premier Meloni con la sua politica da “io so io e voi non siete un ca…” è stata fortemente emarginata e allontanata dagli altri premier europei.
Non è un caso che le tensioni internazionali siano aumentate da quando la premier siede a Palazzo Chigi, e nessuno ci dice che i rapporti non possano andare sempre peggio.
Infatti, se questo è il risultato dopo solo 100 giorni, non si osa immaginare come saranno i rapporti, con gli altri stati, passati i 5 anni.