Esistono verità di per se stesse evidenti che il governo Meloni non vuole dire o che vuole omettere, e ci sono diversi fatti o avvenimenti che ci espongono in maniera ineluttabile quanto sia bugiarda la nostra premier.
Ricordiamo tutti la favoletta delle accise, il “no all’Euro” e le minacce perpetue fatte a Macron, Scholz e all’Europa stessa. Tutto finito in Burlesque.
Quando si parla del governo Meloni la verità è quasi più rara del Sacro Graal e per capire da dove proviene l’inculata bisogna essere quasi più svegli di Scherlock Holmes.
Ma iniziamo dalla base, il governo Meloni e “clientes” si vantano di un aumento del Pil quasi ridicolo che tocca addirittura il 0,7%.
Ma dove finisce questo aumento del Pil?
Sicuramente non nelle tasche dei poveracci ma neanche in quelle dei ricchi. Vi spiego perché.
Facciamo due conti, il Pil dell’anno scorso (2022) si aggirava intorno ai 1.977 miliardi di euro, oggi invece tocca all’incirca i 1.991 miliardi di euro (2023). Sono ipoteticamente circa 15 miliardi di euro in più nelle tasche degli italiani.
Ma come fanno gli italiani a sentirsi più poveri?
Il gioco è facile. Con un inflazione dilagante che ha toccato il 5,7% per due anni di fila questi aumenti assumono l’aria di vere e proprie diminuzioni.
Se l’inflazione aumenta, di conseguenza anche il potere d’acquisto diminuisce, e, anche se le entrate sono maggiori dello 0,7%, la moneta è soggetta all’inflazione e il cittadino compra sempre di meno.
Quindi, uscendo fuori dagli schemi, il Pil quest’anno è aumentato del 0,7% ma è stato soggetto ad un inflazione del 5,7%, il che significa che gli italiani rispetto all’anno scorso hanno perso circa 114 miliardi di euro, esattamente il 5%.
Una perdita significativa e considerevole che si evidenzia ancor più con quei salari che sono diventati sempre più bassi rispetto alle spese.
Ma il governo Meloni mente sapendo di mentire e, nonostante la Waterloo, riesce a trasformare una grossa perdita, 114 miliardi, in un guadagno, 15 miliardi. E così l’inganno è servito!