Tra i tanti problemi dell’Unione Europea c’è anche l’Ungheria di Victor Orban, che continua a provocare l’indignazione dei democratici del vecchio continente, mentre è notorio che piace tanto alla Meloni e Salvini.
Il presidente ungherese ha fatto approvare un bavaglio alla libertà di informazione, ai poteri del Parlamento e alla legalità dell’ordinamemto democratico. Cosicché i suoi due politici italiani lo hanno immediatamente giustificato e, anzi, lo hanno lodato per aver imposto queste limitazioni, ottenendo una larga maggioranza nel parlamento. Nei moderni Stati liberali la divisione dei poteri e il rispetto delle minoranze sono sacre restano le regole che stanno alla base della democrazia.
Oggi molti osservatori lamentano che c’è il concreto rischio che si vada con questo colpo di mano dei pieni poteri verso l’affermazione di un regime autoritario. Le decisioni assunte dall’Ungheria adesso sono sul tavolo della Commissione dell’Unione Europea che potrebbe avviare una procedura d’infrazione, dopo che Orban era già sotto osservazione per le restrizioni alla libertà di stampa, ai diritti politici e civili.
Qualcuno afferma che provvedimenti simili sono funzionanti in Europa, ma in realtà non è così, poiché normative liberticide equiparabili sono presenti in Turchia, in Russia, in Egitto, in Cina, per fare solo alcuni esempi. Ora i giornalisti in Italia sollecitano l’Unione europea per richiedere la rimozione di queste norme e, nel caso contrario, fare uscire l’Ungheria dall’U.E.
Si richiede che il nostro governo convochi l’ambasciatore ungherese per esprimere la condanna e, allo stesso tempo, si auspica un’immediata iniziativa europea. La Federazione nazionale della stampa in Italia ha promosso un’ iniziativa in comune con i giornalisti europei al fine di contrastare con durezza e determinazione questa limitazione della libertà di stampa.
Si sollecita anche che il Partito Popolare Europeo, di cui Orban fa parte, sanzioni con l’espulsione il presidente Orban, se non si mette in regola. Un’associazione art. 21 che opera in Italia ha fatto partire un appello ad utilizzare il prossimo 3 maggio, Giornata internazionale per la libertà di informazione, per manifestare, davanti alle ambasciate ungheresi in Europa, pur sempre nel rispetto delle misure di contrasto del virus che saranno allora in vigore.
Non si può far finta di nulla e bisogna certamente protestare, combattere e isolare il “Virus dell’intolleranza”.
In queste ore la Commissione europea annuncia che prenderà dei provvedimenti nei confronti dell’Ungheria, se le misure del premier Viktor Orban supereranno i limiti consentiti.
Ursula von der Leyen lancia un monito. “C’è il rischio di procedura d’infrazione”, ha detto, affermando che i provvedimenti “devono essere proporzionati, limitati nel tempo” senza che sovvertano le regole della democrazia.