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L’ora di Salvini

by Romano Franco

Il dado è tratto, la Giunta dà il via libera per il processo a Matteo Salvini, l’ipotesi è l’accusa di sequestro di persona per il caso Gregoretti. Bocciata invece la proposta di Gasparri di negare la richiesta di autorizzazione a procedere.

La data del voto sarà più o meno verso metà febbraio e verrà decisa dalla conferenza dei capigruppo a Palazzo Madama.

I senatori della Lega voteranno per l’autorizzazione a procedere. Una mossa strategica, studiata per rifiorire da un processo montato sul nulla, per dimostrare a tutti che ha agito per l’interesse del paese.

Salvini infatti vuole dar prova di essere vittima di qualche magistrato idealista che lo vuole far fuori ad ogni costo. “Sì, sono testone e curioso – afferma –, faccio di testa mia e non ascolto i legali che hanno sconsigliato il processo. Sono stufo di passare le mie giornate rispondendo su processi e cavilli. Se mi condannano mi condannano, se mi assolvono mi assolvono. Partita chiusa!”. Poi ribadisce: “Apriremo un indirizzo email per tutti gli avvocati che vorranno partecipare alla difesa in questo processo. Magari ci sarà una difesa collettiva con 500 o mille avvocati”.

Salvini dunque lascia intendere che il processo a suo carico lo rende ancora più forte.

“Ho già chiarito sul mio coinvolgimento”, ha precisato il premier, Giuseppe Conte, che ribadisce:”Non mi posso sostituire alle decisioni di Salvini, della Giunta o dell’Aula. In questo caso il ministro aveva fatto approvare un decreto sicurezza bis che rinforzava le sue competenze, ha rivendicato a sé la scelta e quando far sbarcare le persone a bordo della Gregoretti. Circa il mio ruolo sull’indirizzo generale io ci sono”. 

I componenti leghisti della giunta dichiarano ironicamente:” Se la maggioranza pensa davvero che Salvini sia un sequestratore, l’ex ministro andrebbe fermato subito. La melina di Pd, 5S e Iv dimostra che è solo una vergognosa sceneggiata per colpire il leader della Lega. La vera sentenza sarà emessa dagli elettori di Calabria ed Emilia-Romagna, e per smascherare l’ipocrisia della maggioranza voteremo sì al processo”.

“Guareschi diceva che ci sono momenti in cui per arrivare alla libertà bisogna passare dalla prigione. Siamo pronti, sono pronto”, ha detto Salvini a margine di un’iniziativa elettorale della Lega a Comacchio, rispondendo a una domanda sul caso Gregoretti”.

Nel frattempo, di particolare interesse saranno gli sviluppi dell’indagine aperta dalla procura di Genova sulle rivelazioni di Report. Il programma di Rai 3 ha infatti scoperto che nel maggio del 2018 la Lega ha pagato 480 mila euro (di soldi pubblici) per incarichi di comunicazione politica alla Vadolive Srl, una società la cui titolare è una barista di Clusone che incidentalmente è anche la cognata di uno dei collaboratori del tesoriere della Lega.

Tutte inchieste che non riguardano direttamente Salvini ma che vedono come protagonisti uomini a lui vicini.

Inoltre, come dimenticare il Russiagate e quella conversazione con cui l’ex braccio destro di Salvini parlava della possibilità di ottenere finanziamenti russi per la campagna elettorale per le europee 2019? Ricordiamo che Giuseppe Conte in Senato aveva bacchettato Salvini perché non aveva voluto fare chiarezza sui suoi rapporti con Savoini e sul perché il presidente di Lombardia-Russia avesse svolto 17 missioni in Russia tra il 2014 e il 2019. Anche sul presunto tentativo di corruzione internazionale è stata aperta un’indagine. Inchiesta che potrebbe riservare delle brutte sorprese per il capo della Lega.

“Salvini sta usando un tema della giustizia per motivi politici e personali, come sul caso Diciotti e sul Russiagate. Quella della Gregoretti è una vicenda solo giudiziaria, ma lui pretende l’impunità”, aveva sostenuto il segretario Pd Nicola Zingaretti. “Gli avversari si sconfiggono con la politica, ma chi rappresenta i cittadini lo giudichi leggendo le carte – aveva spiegato –. Salvini è garantista su se stesso e giustizialista con gli avversari”. Il segretario del Pd aveva anche aggiunto che “la presidente del Senato Casellati ha compiuto un atto sbagliato, invece di garantire una terzietà si è schierata a favore della sua parte politica. Questo resta un vulnus in quanto una funzione istituzionale molto importante non è stata rispettata”.

Sul caso Gregoretti parla anche Luigi Di Maio: “Salvini è passato dal sovranismo al vittimismo. Il nostro obiettivo come Parlamento deve essere di lavorare per i cittadini. La magistratura si occuperà della questione Gregoretti. Ognuno si prenda le sue responsabilità”.

A differenza delle altre accuse, questa è l’unica che sia stata legittimata dal furor di popolo. E a differenza delle altre che sono in corso per interessi privati questa è legittimata dal suo elettorato e se si continua su questa rotta non si fa altro che rinforzare Salvini agli occhi del popolo facendolo emergere come un martire.

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