L’Italia martedì ha permesso a un’imbarcazione di beneficenza che trasportava centinaia di migranti soccorsi in mare di attraccare nel porto siciliano di Augusta, con un’altra nave in attesa al largo del permesso di portare a terra altri 440.
La nave Geo Barents, gestita dall’organizzazione benefica Medici Senza Frontiere (MSF), ha portato a bordo 558 persone, principalmente africane, in otto operazioni separate al largo delle coste libiche negli ultimi 11 giorni, ha affermato l’organizzazione benefica. Comprendono 174 minorenni e una donna incinta di otto mesi.
L’Italia ha visto un forte aumento dei migranti in barca negli ultimi mesi con il governo che lotta per ottenere un accordo con i partner dell’Unione Europea su come affrontare l’afflusso.
Al 28 dicembre, 66.482 migranti hanno raggiunto l’Italia finora quest’anno contro 34.134 nello stesso periodo del 2020, mostrano i dati del ministero dell’Interno.
Anche la nave di beneficenza tedesca Sea Watch 3 sta cercando un porto per sbarcare 440 migranti soccorsi nei giorni scorsi nel Mediterraneo, tra cui donne e bambini piccoli.
“Il tempo peggiora… Tutti hanno il diritto di sbarcare, ora”, ha scritto Sea Watch su Twitter. Ma non tutti in Italia bisognerebbe intimare alla Ong.
Sentirsi la morale da chi si fa pagare per traghettare migranti da una parte all’altra del Mediterraneo, quasi alla stregua dei trafficanti, con la sola differenza dell’incolumità di questi ultimi, significa digerire una pessima narrativa. Ahinoi.
Tutti sanno che rischiare la vita per mare per perseguire un sogno è ciò che fa muovere milioni di migranti dagli altri Paesi, ma illudere questa gente che l’Italia in questo momento rappresenti una specie di terra promessa, con la disoccupazione ai massimi storici, è alquanto subdolo e meschino da parte di chi dovrebbe occuparsi di diritti umani.
Portare tutta la gente bisognosa in Italia è una mossa del tutto sbagliata e serve solo a buttare altra benzina sul fuoco a tensioni sociali già al limite.
L’immigrazione non deve essere assolutamente gestita da chi si fa pagare per traghettare delle povere anime da uno Stato all’altro.
In questo caso il business distorce la visione oggettiva della situazione e nasconde tutti i problemi celati dietro al bisogno, di una no profit, di fare profitti sulla povera gente che, di giorno in giorno, viene, sì, salvata ma viene anche, inconsciamente, incoraggiata a fare viaggi di fortuna con la speranza di essere salvati da una Ong. Che guarda caso sa già dove andare a prenderli.
Mettersi d’accordo con lo Stato di partenza è importantissimo ai fini della riuscita di una buona immigrazione, ma cosa ancora più importante: bisogna eliminare ogni qual tipo di business nascosto dietro questo fenomeno e delegare finalmente all’Italia questo fardello, mettendo definitivamente fine a tutto lo schifo legato al fenomeno dell’immigrazione che hanno fatto tanto arricchire molti soggetti come Buzzi e Carminati.
Il business celato dietro l’immigrazione non ha ragione d’esistere. E per fare questo, serve una politica unita e un’Europa più forte. Ma la nostra rimane una pia illusione. Avanti!